Nel panorama della musica, mondiale e non, ho sempre avuto un debole per le cantautrici; perché sono convinto che certe emozioni, forse a torto o forse a ragione, solo la voce ed il calore di una donna può trasmetterle. Avete presente il noto pezzo “Dancing” di Elisa? Ecco…sarebbe parimenti bello se fosse stato interpretato da un uomo? Io non credo proprio.
Ed è di questo che oggi voglio parlarvi; di un duo di cantautrici che, nella loro musica e nel modo di proporla, lasciano quel senso di piacere e di rivalsa; quel calore di quando non si è soli…sapete quando per quanto le cose possano andare male sappiamo di avere chi ci protegge? Ecco, questa è la sensazione della loro musica; oggi vi presento Fede’n’Marlen.
Ho avuto il piacere di incontrare questo duo nell’ambito della manifestazione “Giochi senza Barriere” tenutasi alla Mostra D’Oltremare lunedì 12 Giugno. Causa alcuni ritardi dovuti all’organizzazione le ragazze sono state tra le ultime ad esibirsi e, nonostante tutto, il pubblico ha davvero apprezzato la loro musica, a riprova del fatto che quando trasmetti emozioni vere anche se vieni ascoltato da una sola persona lasci il segno. E devo ammettere che loro il segno lo hanno lasciato con una naturalezza tale da lasciare quasi sgomenti. Ho capito che la platea stava apprezzando quando i ragazzi, per la maggior parte disabili o con handicap, hanno iniziato a battere le mani a tempo di musica senza che nessuno, ne dal palco ne da altrove li invogliasse a farlo. Da musicista dilettante per me questo è il chiaro segno che il pezzo sta passando e sta colpendo sul pubblico. E’ stato poi ancora più piacevole, come leggerete, averne la riprova direttamente dalle cantautrici. Ecco, quindi, di cosa abbiamo amichevolmente chiacchierato con le ragazze.
Buona Lettura
Giuseppe
- Partiamo da una domanda classica; chi sono Fede’n’Marlen: Noi siamo, pur avendo vissuto molte emozioni incredibili in questi anni, sempre Federica e Marilena, Marilena e Federica. Abbiamo sempre mantenuto molto fermo il punto di non voler in qualche modo cambiare; di mantenere comunque integra la nostra essenza e la semplicità che ci caratterizza.
- Com’è nata questa passione per la musica, e cosa vi ha portato a realizzare: Entrambe facevamo tutt’altro e questo ci ha insegnato molto; e la cosa bella è che non sai poi qual è la strada, il percorso giusto per arrivare al tuo sogno. La cosa bella è seguire un istinto e fare delle cose anche quando ti sembrano in contrasto con quello che era il tuo desiderio, perché se il desiderio è quello giusto le cose arriveranno in qualche modo; e così è successo a noi che facevamo tutt’altro e poi ci siamo intrecciate nel momento giusto al posto giusto.
- In una delle vostre canzoni (O’ mele) il testo recita la frase “Te voglio curà”; quanto credi che le persone abbiano bisogno di essere curate al giorno d’oggi sia sentimentalmente, che spiritualmente; a 360° ecco: Tantissimo; è una cura (quella della canzone) che non si riferisce ad una situazione medica, bensì una nostra cura verso tutto quello che ci circonda. Partendo dalle persone a noi più vicine, come le proprie madri e padri, i figli, l’ambiente, questa canzone parla di una cura per le cose piccole; perché spesso si tende a fare le cose in grande…quanto più in grande possibile e poi nel piccolo nessuno di noi riesce ad aprire dei canali comunicativi.
- Della serie meglio un abbraccio, che un gesto eclatante: Si esatto; l’abbraccio è il fondamento del gesto eclatante.
- Entrando ancor di più nella vostra musica, so che avete pubblicato questo album dal nome “Mandorle”. Ci anticipi di cosa parla: Partiamo dal concetto che a scrivere siamo sia Marilena che io, quindi spaziamo in temi molto vari, così come anch’è vario il nostro modo di scrivere. Insieme poi abbiamo cercato di capire cosa legasse poi queste storie, ed è sicuramente l’accoglienza…l’abbraccio di cui parlavamo ecco. Nei pezzi a parte quelle che sono le diverse sonorità musicali, è possibile ascoltare lingue diverse; quello che poi accomuna il tutto è la scelta del linguaggio musicale. E’ un po’ un paragone con la vita, dove, al di fuori di tutte le barriere che ci creiamo noi stessi, è possibile trasportare questo concetto di comprensione,di unione e soprattutto di accoglienza appunto.
- Per voi, la prima volta a Giochi senza Barriere; cosa si prova ad esibirsi dinanzi ad un pubblico ed una platea mista: Ti dico; mi è venuto un brivido quando ho notato che i ragazzi seguivano le nostre canzoni. La musica è una delle poche cose che non ha bisogno di nulla per poter comunicare; la musica non discrimina, ma unisce davvero tutti. Un nostro amico paraplegico prima stava cantando una nostra canzone ed è come se fossero stati tutti li a cantare con noi. E pensare che la nostra voce sia un canale che gli permetta di cantare è una gioia impagabile.
- Ultima domanda; dove sarà possibile ascoltarvi ancora dal vivo?: Abbiamo un po di date in giro per l’italia per la promozione del disco di Mandorle. Il 16 Giugno saremo a Venezia, il 17 a Recanati, il 23 a San Felice a Cancello, il 25 a Lecce, il 30 a Napoli accompagnati da una band d’eccezione formata da Ciro Tuzzi (Epo) alla chitarra, Luca Costanzo (SabbaegliIncesurabili) al basso, e Walter Marzocchella alla batteria; il 09 Luglio sempre a Napoli in un quartetto ed il 12 Agosto a Benevento. E comunque queste sono solo alcune tra le prime date disponibili quindi restate sintonizzati.
Certo che vorrete seguire queste due ragazze vi linko il loro profilo Facebook.