Mai come in questi giorni mi sta capitando di leggere articoli su quanto gli animali siano “curativi”; cani, gatti, conigli, criceti ecc. che con la loro presenza ci rilassano, ci rendono meno nervosi… certo, questo sempre in una visione antropo-centrica abbastanza egoistica che , ahimè, caratterizza in ogni azione l’essere umano.
Ma noi, “facciamo bene” ai nostri amici? La risposta è: non sempre!
È stato riscontrato che a “livello energetico” riusciamo a “contagiare” i nostri animali, proprio come loro fanno con noi.
Quante volte ci capita di dire “tale cane, tale padrone” notando somiglianze caratteriali e comportamentali impressionanti nel binomio, in questo caso, cane-uomo. Tendenzialmente un proprietario “caciarone ed ansioso” potrebbe avere un cane “abbaiatore ed iperattivo”.
Addirittura ci sono tesi che sostengono che anche i nostri animali sono stretti a noi con “legami karmici” ed inseriti nelle “costellazioni familiari” proprio come tutti i componenti di una famiglia e che, pur non avendo possibilità di ereditare problematiche di salute “geneticamente” da noi, possono farlo “karmicamente”; ad esempio? In una famiglia in cui il diabete è presente, potrebbe presentarsi una forma di diabete nel gatto di casa.
Ma, giustamente, si parla di “vibrazioni”, “energia”, qualcosa di “non palpabile”, non “comprovabile” e siccome l’essere umano ha sempre bisogno di essere supportato da “prove scientifiche” ecco quanto dimostrato da un esperimento condotto in Svezia dalla Linköping University.
È stato condotto uno studio sui livelli di cortisolo dei padroni e dei cani provando che si verifica una “osmosi emozionale”, ovvero si “sincronizzano” i livelli di cortisolo nell’uomo e nel cane che convivono.
Questo ormone prodotto dalle ghiandole surrenali ed analizzabile con campioni di saliva e di sangue può, aumentando, indurre un aumento della gittata cardiaca; questo aumento di “stress” può essere benefico e “funzionale” alla performance come nel caso di un esame o una gara, ma se persistente anche in seguito ad un evento, o non contestualizzabile, cronicizzarsi consentendo di trovare cortisolo accumulato anche nei capelli (o nei peli).
Le conclusioni tratte sono state che i padroni “nevrotici” presentavano animali fortemente stressati, stress che, come per ogni essere vivente, ha ripercussioni sulla salute psico-fisica dell’organismo.
Altro dato rilevante e sorprendente è che gli esemplari di sesso femminile mostrano maggiori risposte emozionali rispetto a quelli di sesso maschile, e questo non solo nel caso dei cani coi propri umani, ma anche nelle comunità di ratti e scimpanzè.
Quindi prima di suggerire alle persone tristi, stressate, ansiose e chi più ne ha più ne metta “prenditi un animale” perché “fa bene”… pensate se ad un animale “farebbe bene” essere a contatto con una persona non equilibrata, scompensata o che vive una situazione non serena e difficile.
Forse sarebbe il caso, per una volta di mostrarci meno egoisti, risolvere prima tutti i nostri problemi esistenziali, e poi garantire serenità e riparo ad un altro essere vivente che possa arricchire la nostra vita ed esserne un coronamento e non un sostitutivo al rapporto con gli altri esseri umani o delle relazioni sociali; gli animali domestici, proprio come i bambini, necessitano di una “base sicura” di attaccamento e non di un “terreno insicuro e vacillante”.