Quanto può fare male il razzismo?
Purtroppo, c’è da chiederselo seriamente dopo il brutto epilogo della nazionale di Volley che è stata battuta dal Brasile, qualche giorno fa ai mondiali di pallavolo.
L’Italia porta a casa un dignitosissimo terzo podio di bronzo, eppure dopo la partita è scoppiato il caso “Paola Enogu”.
La pallavolista, campionessa italiana, giovane giocatrice, è apparsa provata alla fine dell’incontro di volley, in lacrime dinanzi alla squadra e l’allenatore.
Captate le parole, arriva un messaggio terribile e triste da vedere sia per le lacrime e la disperazione in cui vengono espresse, sia per la parole usate.
“Non puoi capire, questa è l’ultima partita in Nazionale. Mi hanno anche chiesto perché sono italiana. Sono stanca“.
“Perchè sono italiana”??? Il riferimento raccapricciante è al colore della sua pelle; la discriminazione a sentire le sue parole nasce da quello; la discriminazione che la Enogu avverte pesante è riferita alla sua differenza.
E così, dichiara di lasciare la Nazionale, lanciando nello sconforto la squadra, i fan, e l’Italia “sana” intera perchè Paola Enogu rappresenta l’Italia a pieno titolo, veste la maglia con talento e amore, una vera fuoriclasse azzurra a tutto tondo che è un punto di riferimento indiscusso della nazionale.
Il crollo emotivo della giocatrice deriverebbe da accuse e commenti razzisti che si sono ripetuti nei mesi sui social in cui si rimarca la mancata identificazione tra la pallavolista e la maglia che veste…
Una serie di commenti che lei non dettaglia ma che hanno ferito proprio il suo sentirsi italiana e rappresentare con fierezza e talento l’Italia, che la acclama sempre con gioia.
Alla fuoriuscita del video con lo sfogo della Enogu a bordo campo, moltissime le reazioni che si sono susseguite.
Persino, il Presidente del Consiglio dei Ministri uscente, Mario Draghi, seguito da altri politici, ha contattato personalmente Paola Enogu e ha rilasciato la dichiarazione del seguente tenore “Piena solidarietà alla campionessa di volley Paola Egonu dal Presidente Draghi nella telefonata di questa mattina. L’atleta azzurra è un orgoglio dello sport italiano, avrà future occasioni per vincere altri trofei indossando la maglia della Nazionale”.
E’ paradossale che ci sia ancora qualche idiota fiero dietro una tastiera che possa dire sciocchezze e ferire con le sue offese e con l’ignoranza di pensieri e retropensieri che fanno ancora del colore della pelle un elemento di identità e differenza.
Al di là dell’amarezza per le parole ascoltate e percepite per il loro profondo dolore, è una importante ulteriore scossa che arriva e che colpisce chi si sente autorizzato a giudicare, perchè la spinta di solidarietà che si è attivata anche da voci fuori dal coro per la campionessa è stata contagiosa e ha portato la Enogu a ritrattare le sue parole e forse a ripensare seriamente alle sue intenzioni, restando fedele all’Italia, quella vera, quella pulita, che la ama e le è fedele!
Il suo sfogo diviene specchio per tutti coloro che vivono e convivono col dolore dell’esclusione, dell’isolamento, della discriminazione, delle mortificazioni, delle offese.
Parlare di razzismo resta purtroppo troppo attuale.
Nel ricordo di questi giorni della marcia su Roma e del rastrellamento degli ebrei romani, nel secolo scorso, non resta solo il messaggio della memoria fondamentale per far si che quello che è accaduto non accada più, ma la paura che possano riecheggiare sempre i mostri e le inquietudini di un passato che vorremmo abbandonato per sempre.
E sicuramente il passaggio del testimone della Presidenza del Senato dalla Senatrice a vita, Liliana Segre, deportata a soli 14 anni ad Aushwitz e unica superstite dell’intera famiglia, ad Ignazio Benito La Russa, che al solo pronunciarne il nome, fa un pò venire i brividi, va interpretato, non nella paura del buio vissuto, ma al contrario nell’ottica di una speranza che quello che fu non sarà più perchè il valore dell’esempio e delle parole, quelle della Segre, significative e commoventi, può smuovere montagne e cattivi pensieri.
E quindi, se potessi rivolgere un pensiero alla Enogu, le consiglierei di selezionare tra i mille pensieri e messaggi ricevuti, solo i 999 buoni, quelli che sono dedicati a lei come italiana e come orgoglio italiano nel mondo e di trascurare o oscurare quelli offensivi, razzisti, discriminatori, dolorosi, impietosi, perchè le lacrime non hanno colore, il talento non ha colore, il valore di persona non ha colore, la bellezza d’animo non ha colore, il senso di appartenenza non ha colore.