Alla fine dell’estate più bella per lo sport italiano, suggellata dai trionfi agli Europei di calcio ed alle Olimpiadi, riparte il campionato di Serie A.
Il Napoli deve provare a smaltire la bruciante delusione patita nel finale della scorsa stagione, con la Champions sfuggita proprio all’ultima giornata per via dell’assurdo pareggio interno con un Verona già in vacanza.
Per gli azzurri la novità più rilevante è rappresentata dal cambio in panchina: al mediocre Gattuso, che verrà ricordato più per aver affossato le ambizioni del club con un settimo ed un quinto posto che per la vittoria della Coppa Italia 2020, è subentrato Luciano Spalletti, cui è affidato il compito di riportare il Napoli nell’Europa che conta.
Praticamente invariato l’organico partenopeo rispetto alla scorsa stagione: i mancati introiti Champions, e l’intenzione di non cedere i pezzi pregiati a prezzi sconvenienti, hanno impedito a De Laurentiis di avviare l’annunciata riduzione del monte ingaggi, bloccando di fatto il mercato sia in entrata che in uscita.
Salutati Maksimovic ed Hysaj, in scadenza di contratto, e Bakayoko a fine prestito, al gruppo si sono aggiunti Ounas, rientrante dal prestito al Crotone, e lo svincolato Juan Jesus, utilizzato pochissimo da Fonseca negli ultimi due anni trascorsi alla Roma.
A due settimane dalla fine del mercato, non è tanto la qualità dell’organico a preoccupare, visto che nonostante l’oggettiva mancanza di un terzino sinistro (con Ghoulam sempre più novello Godot) e di un centrocampista di quantità, la squadra attualmente a disposizione di Spalletti resta indubbiamente competitiva, al netto degli ormai conclamati limiti di personalità.
Desta viceversa maggiori perplessità l’inquietante sensazione che il Napoli stia navigando a vista, senza un progetto a medio-lungo termine per affrontare il calo degli introiti in modo strutturale.
Sarebbe persino preferibile un “business plan” (Benitez docet…) che preveda la sostituzione di alcuni big con giovani interessanti dagli ingaggi più contenuti, con il riavvio di un ciclo in grado di riportare la squadra al top in alcuni anni a fronte di qualche stagione interlocutoria.
Il sodalizio azzurro, incapace di ammettere gli errori commessi nelle passate stagioni (passaggio da Ancelotti a Gattuso, mancata cessione dei protagonisti dell’ammutinamento, rinnovi faraonici a giocatori sul viale del tramonto, acquisti di buoni calciatori a cifre elevate) e di porvi rimedio, sembra invece aspettare gli eventi, sperando che la tempesta passi da sé.
In questo clima abbastanza surreale, e con la telenovela del rinnovo di Insigne in pieno svolgimento, gli azzurri affrontano stasera al “Maradona” il neopromosso Venezia nella prima giornata di campionato.
Le scelte di formazione per Spalletti sono abbastanza prevedibili: senza Demme, in fase di recupero dopo l’infortunio al ginocchio ed il successivo intervento, il tecnico di Certaldo sembra più propenso a schierare un 4-3-3 con Lobotka in cabina di regia.
In difesa spazio ai titolari, con Koulibaly e Manolas davanti a Meret e Di Lorenzo e Mario Rui sulle fasce.
In attacco, nonostante Lozano sia vicinissimo al recupero, sarà probabilmente Politano a completare il tridente con Osimhen ed Insigne, mentre le due mezzali di centrocampo dovrebbero essere Zielinski ed Elmas, apparso più in condizione di Fabiàn.
Esordiranno anche le nuove maglie, griffate Armani e prodotte direttamente dal Napoli, sulle quali (è notizia di ieri) comparirà come sponsor anche il colosso dell’e-commerce Amazon: almeno sotto il profilo del marketing, il club mostra di avere idee innovative.
Gli azzurri non affrontano i lagunari dal 2004, quando erano in serie B: l’8 Maggio finì 1-1 (autogol di Carrera e pareggio di Dionigi), al crepuscolo di quella che sarebbe stata l’ultima stagione azzurra prima del fallimento e dell’arrivo di De Laurentiis.
Gli arancioneroverdi non hanno mai vinto a Fuorigrotta negli 8 precedenti (6 le sfide in serie A): l’ultima delle 3 vittorie azzurre risale però addirittura al 5 Marzo 1967.
In quella occasione finì addirittura 4-0 per il Napoli, con firme d’autore: doppietta di Canè e reti di Juliano ed Ottavio Bianchi.
La differenza di valori tra le due squadre, più che la tradizione propizia, regala agli azzurri i favori del pronostico, nonostante l’immobilismo azzurro sul mercato.
Non resta dunque che dare la parola al campo, lasciarsi alle spalle il finale amaro dello scorso campionato ed iniziare al meglio quella che, nelle aspettative del club e dei tifosi, dovrà essere la stagione del ritorno in Champions League.