Capitan Di Lorenzo che alza al cielo la coppa dei Campioni della Serie A: era questa l’ultima istantanea che l’indimenticabile campionato 2022/23 aveva regalato ai tifosi azzurri lo scorso 4 Giugno.
Quello che una volta era definito il torneo più bello del mondo riparte questo fine settimana, dopo 2 mesi e mezzo in cui a sconvolgere gli equilibri del calcio mondiale è arrivato il ciclone Arabo.
I club sauditi infatti, a suon di petroldollari, hanno fatto man bassa dei campioni del vecchio continente, ultimo dei quali Neymar, finito al Al-Hilal dove incasserà la modica cifra di 160 milioni in due anni.
Il Napoli Campione d’Italia ha vissuto un’estate più complessa di quanto fosse prevedibile alla fine di un campionato dominato: De Laurentiis infatti non ha soltanto dovuto far fronte agli addii, imprevedibili soltanto ad Aprile, di Spalletti e Giuntoli, sostituiti con Garcia e Meluso, ma ha soprattutto dovuto difendere i suoi campioni dalle sirene provenienti dal deserto.
AdL è riuscito nel difficile compito di trattenere a Napoli Victor Osimhen, il cui rinnovo fino al 2027 con stipendio faraonico (15 milioni all’anno, pare) e maxi clausola rescissoria valida per l’estero (150 milioni) dovrebbe essere annunciato a breve.
Sembrava cosa fatta anche per l’addio di Zielinski, sempre in direzione Arabia Saudita, ma dopo vari ripensamenti anche il centrocampista polacco dovrebbe restare a Napoli, assecondando la ferma volontà della moglie Laura.
Per il resto il club azzurro ha apportato poche ma interessanti modifiche a un organico già ricco di alternative e qualità, sostituendo i partenti Kim e Ndombele con il brasiliano Natan e lo svedese Cajuste.
Il botto finale di mercato dovrebbe arrivare però ancora in mediana, visto che la permanenza di Zielinski non dovrebbe impedire l’acquisto dal Celta Vigo del giovane e talentuosissimo Gabri Veiga, che andrebbe a completare un centrocampo di elevatissima caratura.
Sulla carta, quindi, il Napoli Campione resta altamente competitivo, visto che il mercato delle altre pretendenti al titolo si è basato più su cessioni remunerative che su acquisti roboanti.
L’unico giudice supremo resta però il campo, che tornerà ad emettere le sue sentenze oggi pomeriggio (ore 18:30), quando i partenopei esordiranno con lo scudetto sul petto al “Renato Stirpe” di Frosinone contro i gialloblù di mister Di Francesco, subentrato a Fabio Grosso, artefice della promozione dei ciociari in Serie A.
Garcia recupera Anguissa, che però dovrebbe partire dalla panchina, ma tiene a riposo precauzionalmente Kvaratskhelia, che ha confermato di non sentirsi ancora al top della forma dopo la botta al ginocchio rimediata qualche settimana fa, anche se gli esami strumentali hanno confermato l’assenza di problemi seri per il georgiano.
In difesa Juan Jesus dovrebbe partire titolare al fianco di Rrahmani, con Natan ritenuto non ancora pronto, mentre come confermato dal tecnico francese Raspadori giocherà sicuramente: resta da vedere se agirà da mezzala al posto di Anguissa, con Lozano alto a sinistra, o sostituirà Kvara con Elmas a centrocampo.
Pur essendo Napoli e Frosinone distanti meno di 150 km, quella in programma è soltanto la nona sfida ufficiale tra i laziali e gli azzurri, che hanno vinto entrambi i 2 precedenti giocati in serie A.
Il 10 Gennaio 2016 la squadra di Maurizio Sarri si laureò Campione d’Inverno al vecchio “Matusa”, imponendosi con un rotondo 5-1 grazie alle reti di Albiol, Hamsik, Gabbiadini e alla doppietta di Higuain: quel Napoli restò in testa fino allo scontro diretto di Torino contro la Juventus, deciso da un gol di Zaza.
Il 28 Aprile 2019 finì 2-0 per gli uomini di Carlo Ancelotti, che violarono lo “Stirpe” grazie alla punizione di Mertens e alla rete di Younes: anche quella squadra terminò il campionato al secondo posto, pur non riuscendo mai a impensierire seriamente la Juventus di Ronaldo.
Il Napoli ha vinto a Frosinone anche l’unico precedente giocato in Serie B: il 21 Aprile 2007 a decidere la sfida fu un eurogol di Ivano Trotta, che dopo le reti di Castillo e del Pampa Sosa realizzò il 2-1 con una spettacolare sforbiciata dal limite dell’area.
I numeri e la differenza di qualità tra le due rose rendono il Napoli ovviamente favorito, ma gli azzurri dovranno stare molto attenti, visto che ogni squadra quest’anno darà il massimo per prendere lo scalpo dei Campioni d’Italia.
D’altro canto, a dimostrare come il sodalizio azzurro non goda mai di particolari simpatie, c’è anche la recentissima questione legata all’avvento di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale in luogo del dimissionario Mancini, che ha posto il club in contrapposizione alla FIGC.
Il presidente Gravina ha infatti ingaggiato l’ex tecnico del Napoli senza provvedere al pagamento della penale che Spalletti deve al Napoli per allenare durante questa stagione.
Nonostante De Laurentiis, in un comunicato tanto duro quanto impeccabile, abbia inchiodato la Federcalcio e il suo più “autorevole” esponente alle sue carenze, evidenziandone il comportamento dilettantesco e la tendenza tutta italiana a far diventare “regola” la “deroga”, la maggior parte della stampa nazionale si è schierata contro il patròn partenopeo, sostenendo l’assurda tesi secondo la quale AdL dovrebbe accantonare qualunque pretesa per amor di patria.
Verrebbe spontaneo chiedersi dov’erano questi ambasciatori dei sentimenti quando la Federcalcio, in nome del rispetto dei regolamenti, fece fallire il Napoli e lo spedì in Serie C senza colpo ferire, a differenza di quanto fatto recentemente in nome della “salvaguardia del brand” di club macchiatisi di conclamati reati sportivi, in attesa che si pronunci anche la giustizia ordinaria.
Napoli solo contro tutto e tutti, dunque, come sempre: e se l’anno scorso trionfare contro tutti ha avuto un sapore dolcissimo, provare a ripetersi contro tutti quest’anno sarà ancora più stimolante.
Per farlo però serve partire nel migliore dei modi, a cominciare da oggi pomeriggio a Frosinone.