Vendetta consumata e vetta, anche virtuale, riconquistata: il Napoli batte 2-0 il Verona, riscattando il k.o della prima di andata al “Bentegodi”, e approfitta dei pareggi di Inter e Atalanta nei recuperi infrasettimanali per consolidare il primato, con l’Inter ora distante 3 punti e un solo match da recuperare.
Il 2-0 finale non rende giustizia alla supremazia mostrata in campo dalla squadra di Conte, che ha dominato dal primo all’ultimo minuto contro una squadra reduce da ottimi risultati, come la vittoria di Bologna: la solita partenza sprint stavolta ha dato frutti immediati, visto che Di Lorenzo ha impiegato 6 minuti per realizzare il gol del vantaggio.
Splendido il sinistro del capitano, finito prima sul palo e poi in rete dopo la carambola sulla schiena di Montipò, e altrettanto pregevole è stata la combinazione con Lukaku che ha liberato il terzino azzurro alla conclusione.
Pochi istanti dopo il Napoli avrebbe potuto addirittura chiudere la pratica, ma l’errore sottoporta di Anguissa dopo l’azione di un Neres incontenibile per il povero Faraoni ha costretto i partenopei a cercare ripetutamente il gol della sicurezza.
Sono state tante le opportunità sprecate dagli azzurri, con Lukaku, McTominay, lo stesso Di Lorenzo e Rrahmani, prima che l’ex centrocampista del Fulham si facesse perdonare l’errore di inizio gara fulminando Montipò con una fucilata di sinistro dal limite dell’area, ancora una volta dopo uno scambio con il centravanti belga.
Emozionante la dedica di Anguissa al piccolo Daniele, tifoso cui gli azzurri erano legatissimi, che ci ha lasciato nel giorno della trasferta di Firenze, e a cui la società e il pubblico hanno tributato un video di saluto e un lungo applauso, alla presenza dei genitori, prima del fischio d’inizio.
Il Napoli ha controllato quindi il match fino alla fine, gestendo le energie anche con i cambi, e mantenendo la testa della classifica grazie alla quinta vittoria consecutiva: il successo contro il Verona ha consentito all’ambiente di affrontare con serenità l’addio improvviso e traumatico di Kvaratskhelia, il cui trasferimento al PSG è praticamente cosa fatta.
In attesa di integrare nel modo migliore la rosa con i 75 milioni arrivati dalla cessione di Kvara, e con la serenità derivante dall’aver già trovato in Neres l’erede ideale del georgiano, Conte ed i suoi possono dunque tuffarsi nel ciclo di match impegnativi che inizia stasera (ore 20:45) a Bergamo contro l’Atalanta, diretta rivale per la vittoria del campionato.
Il tecnico salentino non recupera Buongiorno, ma può fare affidamento sul rientro di Olivera, anche se Spinazzola ha dato risposte importanti nelle ultime due partite: l’uruguaiano dovrebbe dunque essere l’unica novità nella formazione in campo dal primo minuto al “Gewiss Stadium”.
L’Atalanta è in vantaggio nel computo dei 53 scontri diretti giocati in casa in Serie A con 22 vittorie a fronte di 13 blitz degli azzurri, che però si sono aggiudicati le ultime 3 sfide giocate a Bergamo.
In particolare, è praticamente identico l’esito dei due scontri più recenti: in entrambi i casi match winner è stato Elmas, che sia il 5 Novembre 2022 che il 25 Novembre 2023 ha sfruttato un assist di Osimhen per segnare il gol del 2-1.
La “Dea” non vince dal 21 Febbraio 2021, quando rifilò un poker alla banda Gattuso, imponendosi 4-2 grazie alle reti di Zapata, Gosens, Muriel e Romero.
E’ dunque il pareggio il risultato che manca da più tempo: l’ultima “X” in schedina risale addirittura al 29 Ottobre 2014, quando Gonzalo Higuain vanificò il vantaggio orobico firmato dall’ex Denis, prima di fallire il rigore della vittoria nei minuti finali.
Il Napoli ha avuto il grande merito di arrivare alla vigilia del momento cruciale della stagione nelle migliori condizioni possibili, con un equilibrio tra solidità difensiva e pericolosità offensiva raggiunto al termine di mesi di duro lavoro: la vicenda-Kvara non può e non deve, dunque, distrarre Conte e i suoi uomini da un percorso finora fantastico, ma che adesso presenta gli ostacoli più insidiosi.
A Bergamo servirà una grande prestazione per strappare un risultato positivo, ma se gli azzurri riusciranno nell’intento, potranno iniziare a credere davvero in un sogno, finora, soltanto accarezzato.