Non inganni il risultato finale: un’analisi acritica della gara di ieri sera tra Napoli ed Empoli potrebbe far pensare ad una passeggiata per i ragazzi di Ancelotti. Così non è stato, la formazione di Andreazzoli ha messo a dura prova la difesa azzurra, anche a causa della scadente prestazione del centrocampo dei padroni di casa, bilanciata dalle sontuose prove del duo Insigne-Mertens e del solito, monumentale, Koulibaly. Eh già, perché il turnover di Ancelotti coinvolge l’intera mediana azzurra dove al confermato Fabian Ruiz si aggiungono Diawara, Rog e Zielinski, la “meglio gioventù” insomma. Solo che i promettenti ragazzi azzurri per ora restano solo, appunto, una bella promessa: Rog e Diawara dimostrano ancora di essere decisamente in ritardo rispetto ai più affermati “titolari” e di non poter garantire la dovuta sostanza in gare dal perso specifico maggiore. Discorso a parte merita Zielinski: il polacco è un potenziale top ma non riesce ad esprimere con continuità la sua potenza. Per il resto in porta va l’amuleto Karnezis, difesa a quattro con Malcuit, Maksimovic, l’intoccabile Koulibaly e Hysaj.
La partenza del Napoli è ottima e, ancora una volta, i partenopei la sbloccano subito: Koulibaly recupera palla poco fuori l’area di rigore azzurra e si lancia in attacco con una percussione veloce e potente: nessun calciatore toscano riesce a tenere il passo del colosso senegalese, palla con il contagiri per Insigne che, con un colpo da futsal, batte Provedel. A questo punto il Napoli abbassa il ritmo e sbaglia! L’Empoli, che ha recentemente perso contro Roma e Juve solo per gli incredibili errori sotto porta e per qualche altro motivo che non vogliamo ricordare, è squadra che gioca al calcio e, approfittando della già citata carenza in mezzo al campo di Diawara e soci, diventa minaccioso. Non crea grandi occasioni la squadra ospite, ma è sempre potenzialmente pericolosa seppur carente nell’ultimo passaggio. Dall’altro lato il Napoli può contare su un Mertens che aveva assicurato di avere il piede caldo e, infatti, raddoppia con un tiro da fuori che prende controtempo l’estremo empolese.
All’inizio della ripresa gli azzurri sembrano in controllo e paiono creare il presupposto per il terzo gol che non arriva soprattutto per eccesso di leziosità al momento della conclusione dell’azione. Chi invece il gol lo fa è Caputo che, approfittando di un buco nella retroguardia di casa, batte Karnezis vanamente proteso in tuffo. Per alcuni minuti gli ospiti diventano addirittura padroni del campo e ci vogliono un paio di interventi salvatutti del solito Kalidou per evitare guai peggiori. Mister Ancelotti fiuta l’aria e toglie Fabian e Rog per inserire Callejn e Allan: gli azzurri sembrano ritrovarsi e, poco dopo, un super Dries Mertens realizza il 3 a 1 con un interno all’incrocio dei pali: bello, bellissimo il gol del belga che raggiunge e stacca Careca nella classifica dei marcatori all time del Napoli… lui lo sa e accenna un passo di samba in onore al grande ed indimenticato bomber azzurro e membro della Ma.Gi.Ca. Ma la gara non è finita, l’Empoli non si arrende e attacca, seppur con minore consapevolezza: accumula angoli ma non trova la via della porta di Karnezis. Chi invece trova la via del gol è Milik (appena entrato al posto di Zielinski) che realizza il quarto gol splendidamente servito da Mertens. Lo stesso belga segna anche il quinto gol in contropiede, dopo una combinazione perfetta con il suo gemello Insigne: pallone in rete e poi a casa del belga.
Un passivo pesantissimo ed immeritato per l’Empoli (come confessato anche da Ancelotti a fine gara), una vittoria comunque meritata da un Napoli molto diverso dal recente passato che ora può concentrarsi sul big match di martedì contro il Psg, gara fondamentale e, forse, decisiva, dopo il beffardo pareggio al Parco dei Princii di sue settimane fa.