Nulla da fare per il Napoli, i quattro gol rifilati alla Samp non bastano infatti ad agguantare un secondo posto che sarebbe stato meritatissimo e che invece va alla Roma, spinta ed aiutata per tutta la stagione e vittoriosa oggi contro il Genoa proprio allo scadere ed in pieno clima di festa per l’addio di Francesco Totti al calcio giocato.
Mentre gli azzurri macinano gol e spettacolo, i tifosi doriani si fanno notare solo per i soliti cori di stampo razzista contro Napoli e i napoletani: parafrasando il “Bravehearth” di Gibsoniana memoria si potrebbero definire i tifosi locali, degnamente rappresentati dal loro Presidente, una accozzaglia folta e colorita che non potendo tifare per la propria squadra presa a pallonate dagli azzurri non trovano niente di meglio da fare che vomitare un odio e un rancore incomprensibili.
La partita segue un copione ben preciso,oseremmo dire il solito quando in campo c’è il Napoli: azzurri a dominare e avversari a difendersi alla meno peggio cercando di frenare con le mani la marea azzurra. Dopo una prima mezz’ora in cui sembrava che i blucerchiati potessero sperare di restare in partita, gli azzurri si scatenano e realizzano due gol in pochi minuti prima con il solito Mertens che batte Puggioni fuori dai pali dopo un mancato rinvio di Silvestre e poi con Insigne che realizza un prodigio battendo l’estremo doriano con un pallonetto da urlo che si accomoda all’incrocio dei pali. Il tempo finisce con un tentativo di Hamsik da centrocampo che termina alto di nulla.
Il due a zero è fotografia nitida della gara. Nella ripresa la contesa di fatto non esiste, c’è solo da mettere in cronaca i gol: prima Hamsik che segna di testa dopo un’azione da urlo con Insigne che crossa e Callejon che fa la sponda, poi accorcia Quagliarella che batte Reina da pochi passi, Callejon segna il quarto gol con un bellissimo su,solito,assist di Insigne e poi Riky Alvarez realizza il definitivo sue a quattro sorprendendo un Reina poco reattivo. In mezzo tante belle giocate del Napoli, volte, per l’occasione, a far segnare a Dries Mertens il gol che avrebbe dato al belga lo scettro dei cannonieri del campionato. Missione,ahinoi,non riuscita.
Dicevamo di partita di fatto inesistente nella ripresa, almeno nell’ultima mezz’ora: le orecchie di tutti sono orientate allo Stadio Olimpico dove la Roma va sotto, rimonta,viene raggiunta, rischia il tracollo e poi vince in extremis contro il Genoa trovando come immeritato premio una qualificazione diretta alla prossima Champions League che costringerà il Napoli, migliore squadra del campionato, 94 reti realizzati, un gioco convincente ed autentico schiacciasassi nel girone di ritorno, a giocarsi l’accesso alla massima competizione europea passando per gli odiatissimi e sempre pericolosi preliminari.
Va detto che questa squadra, con la convinzione mostrata nella seconda parte del torneo,ha la possibilità di passare il turno anche in pantofole. I recenti rinnovi di Insigne (18 gol e innumerevoli assist) e Mertens (vice capocannoniere del torneo con 28 reti), le parole del presidente e del capitano Hamsik in settimana danno fiducia a tutto l’ambiente, nella convinzione che quella che sarà potrebbe essere la stagione della consacrazione per tutti, squadra, allenatore e società.