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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Storia & Curiosità

San Giovanni a Carbonara: una trasformazione lunga 600 anni

Massimo Caroelli
Massimo Caroelli 4 anni fa
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5 Min Lettura
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Un altro grande complesso architettonico e religioso si sviluppa a pochi passi dalla già citata (qui) “Insula monumentale” di S. Caterina a Formiello, quello di San Giovanni a Carbonara. Lo sviluppo della zona extra moenia (fuori le mura all’epoca) nasce a partire dal 1339 quando il nobile napoletano Gualtiero Galeota dona terre e case ai frati Eremitani di Sant’Agostino in località “a Carboneto” – l’attuale via Carbonara appunto- affinchè vi si edificasse un edifico religioso dedicato a S. Giovanni Battista dove potessero dimorare “dodici Frati et un Priore”. Interessante notare come nelle immediate vicinanze, a ridosso della chiesa detta della “Pietatella” fosse già sorto decenni prima un piccolo ospedale dedicato alle cure di coloro che partecipavano ai cruenti tornei che si tenevano nella zona (il Petrarca ce ne da’ notizia in una lettera datata 1° dicembre 1343) e ancora più interessante è che questo ospedale fosse uno dei primi a iniziativa puramente laica della storia di Napoli. Già da questi pochi elementi è chiaro come si tratta già dal ‘400 in poi di una zona complessa e ricca di edifici sacri e civili nel cui contesto lentamente si inserisce anche la “nuova” chiesa di cui trattiamo.

 

 

Il vero e proprio complesso architettonico di cui la chiesa è solo il tassello iniziale, arriverà attraverso interventi successivi a occupare una intera insula (complesso archiettonico a sè stante delle dimensioni di un piccolo quartiere) della città, fino all’attuale ex caserma G. Garibaldi in via Foria che ne costitusce l’ultimo nucleo in ordine di tempo, incastonato tra le antiche torri murarie Aragonesi.

Appena entrati nella chiesa di S. Giovanni a Carbonara, il visitatore resta rapìto dallo scenografico monumento a Ladislao d’Angiò-Durazzo Re di Napoli (1386 o 1387-1414), edificato per volontà della sorella, la regina Giovanna II.

Una cosi monumentale espansione si spiega quasi soprattutto con il legame strettissimo che dal XV secolo in poi si stringe tra il complesso Agostiniano e la famiglia dei Caracciolo: grazie a costoro infatti nacquero le due cappelle absidali, una alle spalle dell’altare, voluta da Sergianni Caracciolo nel 1427, amante della regina Giovanna e che qui è sepolto, l’altra sul suo lato sinistro, voluta dal ramo dei Caracciolo di Vico.

 

Agli inizi del Cinquecento risale inoltre la donazione di Ciancia Caracciolo grazie alla quale fu aggiunto un secondo chiostro monumentale, quello della Porteria. Alla metà dello stesso secolo si riconduce invece la nascita della cappella Somma alle spalle della controfacciata, che costrinse la chiesa a privarsi della facciata principale e di conseguenza a chiudere l’ingresso primario e ad organizzare un nuovo punto d’accesso dall’arco monumentale laterale alla navata, databile alla prima metà del XV secolo, che sarebbe poi avvenuto tramite una scalinata. Per volontà del cardinale Girolamo Seripando, invece, si ha intorno al 1570 la nascita del terzo e ultimo chiostro, quello Nuovo, e della biblioteca del convento, che durerà nella sua attività fino alla soppressione dell’ordine. È del ‘700 poi l’intervento di monumentalizzazione della scalinata di accesso laterale (quella che noi oggi conosciamo come unico ingresso) che la ha resa una delle quinte scenografiche più interessanti della città.

 

 

Tutti i monumenti realizzati nella chiesa dalla famiglia Caracciolo sono pieni di doppi riferimenti religiosi ed esoterici allo stesso tempo come ben evidenziato in questo studio di Stefano Arcella pubblicato online dal Centro Studi La Runa. Questo fa della chiesa uno dei massimi luoghi di esoterismo e religione insieme coniugando in modo artistico e monumentale le due realtà. Tutto senza dimenticare che è uno dei più importanti scrigni di opere d’arte e di architettura che abbraccia circa sei secoli nella sua lunga e complessa evoluzione.

 

La chiesa è visitabile nei seguenti

Orari di ingresso: lunedì-sabato 09:00-18:00, chiuso la domenica e i festivi

Per riferimenti e recapiti questo è il minisito della chiesa sul portale dei Beni Culturali della Regione Campania

https://www.campaniacrbc.it/portal/generaDettaglio.do?idPagina=20H707&tipoScheda=LC

Per una veloce ma esaustiva storia della Chiesa e del Complesso rimandiamo a

https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giovanni_a_Carbonara

 

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Massimo Caroelli Ott 18, 2018
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Pubblicato da Massimo Caroelli
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Specializzato in beni culturali e informatica. Alla costante ricerca dell'arte e del bello in ogni possibile loro manifestazione. Nella fotografia la luce si deve "toccare con mano" avvolgendo ed evidenziando tutto il bello che ci circonda; trasmettendo bellezza anche dove non ce lo aspettiamo.
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