San Lorenzello (Sàntu Lurienzë ) è un comune della provincia di Benevento
La leggenda della sua fondazione risale a ben 1200 anni fa, quando Benevento era capitale di mezza Italia.
LA STORIA
All’inizio del nono secolo la Campania era infestata dai pirati saraceni, essi non solo razziavano i villaggi, ma si divertivano a sterminare la popolazione
All’epoca la città più importante del territorio era l’antica Telesia, (oggi Telese Terme).
Fu invasa dai saraceni, che la misero a ferro e fuoco, facendo fuggire tutti gli abitanti. Anche la famiglia Lavorgna, per scampare a morte certa, fuggì rifugiandosi nella Grotta di Futa, una cavità naturale che si trova dalle parti del Monte Erbano, chiamato così per i suoi enormi pascoli e per le sue erbe aromatiche.
Priva di ogni sostentamento, la vita della famiglia Lavorgna diventò simile a quella degli uomini primitivi, e per sopravvivere iniziarono a dare la caccia agli animali e mangiare bacche, frutti e tutto quello che pensavano fosse commestibile.
Mentre ognuno di loro era per campi in cerca di cibo, il figlio più piccolo, Filippo, dopo aver raccolto un po’ di frutta, sulla via del ritorno, incontrò una zingara, che appena lo vide, insistette per predirgli il futuro. Filippo accettò e la strega gli lanciò un sortilegio.
“Nobili sono i tuoi natali, belli i tuoi lineamenti, forte il tuo braccio e generoso il tuo cuore. Soffrirai ancora, ma risplenderà la stella di una donna sventurata come te. Sarai con lei il fondatore di una città e rimarrai immortale“
Filippo udite quelle parole pensò che la vecchia fosse un po’ fuori di testa e non diede peso a quello che udì e se ne tornò nella sua grotta dimenticandosi ben presto di quello strano incontro.
Tempo dopo, nel bosco, il giovane incontrò una ragazza in lacrime, il padre stava morendo: era stato aggredito da un animale selvaggio. Anche loro come lui e la sua famiglia, per scappare dai pirati, erano fuggiti. Lei si chiamava Rosita. Filippo si offrì di aiutare il padre, ma quando giunsero al nascondiglio, per l’uomo ormai non c’era più nulla da fare.
Sconsolato lasciò la ragazza e ritornò nella grotta. Ma qui trovò una sorpresa ancora più orribile, tutta la sua famiglia era stata sterminata, solo lui, che si era allontanato per aiutare la ragazza, si era salvato.
Filippo fu preso dallo sconforto, e cadde in depressione. I giorni passavano e lui diventava sempre più abulico senza mangiare e senza bere.
Poi una sera, davanti all’ingresso della grotta, si ripresentò Rosita. Era mal messa, molo denutrita e in cerca di un luogo sicuro in cui ripararsi. Raccontò che si era persa nel bosco e che per puro caso aveva ritrovato la grotta e il ragazzo.
Filippo la guardò e subito gli tornarono in mente le parole della zingara e capì che il suo destino si stava realizzando. Prese Rosita per un braccio, la guardò e la baciò.
Erano rimasti solo in due. Ma erano sufficienti per fondare una città. Era la notte di San Lorenzo e mentre le stelle cadevano una nuova famiglia avrebbe fondato una città dandole il nome del Santo.