Quella dell’incidente dei treni metropolitani è, ovviamente, la notizia che sta monopolizzando l’attenzione pubblica in città e non solo. Fortunamente le conseguenze sono state abbastanza contenute, il bilancio dello scontro parla infatti di sette feriti ricoverati in ospedale, mentre gli altri sono stati medicati sul posto. Due sarebbero in condizioni piuttosto gravi ma non in pericolo di vita. Oltre ai tre macchinisti parliamo di semplici cittadini che si erano svegliati presto per recarsi sul posto di lavoro come ogni giorno, ma purtroppo ieri hanno vissuto un’esperienza terribile. Lo scontro è avvenuto poco dopo le 7 del mattino e, probabilmente, se si fosse verificato anche semplicemente un’ora dopo, in un orario di punta e quindi con una maggiore affluenza di utenti, le persone coinvolte sarebbero potute essere pure di più. Insomma, è stata sfiorata la tragedia. Le dinamiche dell’impatto, ormai, sono note a tutti: un convoglio che usciva dal deposito di Piscinola ha urtato lateralmente un treno proveniente da Garibaldi e un terzo convoglio, carico di passeggeri, è stato coinvolto nello scontro.
Gli inquirenti stanno cercando di definire se si sia trattato di errore umano oppure di un malfunzionamento dei sensori, i quali non avrebbero regolato l’accesso dei treni a uno scambio. La notte precendente, in aggiunta, sui binari erano stati effettuati lavori di manutenzione con una motrice a gasolio e i liquidi viscidi rilasciati avrebbero potuto provocare problemi di frenata. La Procura ha autorizzato il dissequestro dei mezzi e la loro rimozione ma, certamente, le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità e, in tal senso, oltre alle telecamere di videosorveglianza a bordo, verranno prese in considerazione anche le scatole nere. Disastro colposo è questa l’ipotesi di reato che potrebbe configurarsi.
Nelle scorse ore si è cominciato a lavorare per una ripresa in forma ridotta del servizio di trasporto che ieri, ovviamente, è stato totalmente sospeso sull’intera linea. Tuttavia, a seguito di ciò, dei nove mezzi disponibili per la tratta, già di per sé numericamente molto più che insufficienti (e per di più con una media di età di oltre vent’anni), ne resteranno solo sei con tutto ciò che significa sui tempi, sulle modalità di percorrenza e sulle attese nelle banchine che, riempiendosi di persone, potrebbero risultare pericolose. I nuovi treni, commissariati in Spagna, come già era stato previsto, pare che cominceranno ad arrivera a febbraio ma potranno essere effettivamente operativi, dopo la fase di pre-esercizio, solo a partire da settembre, se tutto va bene. In sostanza, la qualità e la funzionalità del Metrò, già molto criticata prima di questo incidente, nei prossimi mesi è destinata a essere ulteriormente compromessa.
Di certo, strumentalizzare questo grave episodio per muovere delle contestazioni politiche è alquanto inopportuno, ciò non toglie, però, al di là di ogni preferenza elettorale, che urge un serio e ampio ripensamento attorno alla situazione della metropolitana – e dei trasporti in generale in città -, perché è sotto agli occhi di tutti che c’è qualcosa che non sta funzionando e questo scontro è la cosiddetta goccia finale. Al di là delle responsabilità strettamente legate all’accaduto, ci sono anche delle responsabilità gestionali e amministrative.
C’è chi sostiene che bisognerebbe procedere alla privatizzazione sottraendo la gestione all’Anm; chi, invece, come il presidente De Luca, parla della creazione un’azienda unica regionale dei trasporti e chi, infine, considera inaccettabile che il Comune non possa continuare ad avere un’azienda di trasporto pubblico.
Cominciata nel 1976, la linea 1 del Metrò di Napoli, costata finora, secondo un rapporto della Corte dei Conti, oltre tre miliardi e 622 milioni di euro, è considerata la più bella d’Europa insieme a quella di Mosca. Le stazioni di Toledo, Università, Garibaldi e quelle nuove che stanno per nascere sono dal punto di vista artistico dei veri e propri gioielli che lasciano a bocca aperta chi ha il privilegio di poterle percorrere. La bellezza, però, da sola non basta ed essa rischia addirittura di passare ingiustamente in secondo ordine se non si provvede a farle corrispondere pure l’efficienza. Il capoluogo campano, terza città d’Italia per numero di abitanti e anche per affluenza turistica, deve necessariamente essere dotato di una metropolitana all’altezza della sua grandezza.