Estroso, dinamico, pungente. Questi sono i tre aggettivi che per me meglio descrivono Ciro, cosplyer veneto amante della scrittura. Non posso che consigliarvi la sua ultima fatica letteraria “Kisetsu”: un romanzo che affronta temi adolescenziali molto delicati e dolorosi.
Iniziamo subito con le presentazioni. Parlaci un pò di te!
Ciao a tutti i lettori di SenzaLinea! Mi chiamo Ciro Cibelli, adoro scrivere e fare cosplay, e un po’ come tutti in questo ambiente amo anche il mondo degli anime e manga, ma ho anche una profonda passione per la letteratura e per la musica di nicchia (che ahimè, nessuno che conosco condivide con me).
Da quanto tempo fai cosplay e quali hai realizzato fino ad ora?
Ho iniziato a fare cosplay circa tre anni fa, per puro divertimento. Avevo portato Eikichi Onizuka da Shonan Junai Gumi, un cosplay talmente abbozzato e fatto male che non l’ho più riportato da allora. Tuttavia, non saprei come descrivere ciò che provai. Sarà stata l’idea di essere coinvolto in qualcosa di totalmente nuovo, o sarà stata l’eccitazione di interpretare quel personaggio (o sarà che in fondo sono tremendamente disagiato), ma ricordo che rimasi fino a tarda serata a pensare a quanto mi divertii in fiera e a quante persone avevo conosciuto così, e mi sentivo davvero felice. Come un bambino al parco giochi. Il disagio, sì. L’esperienza è stata così divertente che da allora non ho più smesso. E penso che il cosplay sia questo, in fondo: divertirsi incondizionatamente. In totale avrò realizzato più di una quindicina di cosplay…e il mio portafogli continua a piangere.
Come hai scelto il tuo nickname?
Il mio nick è una presa in giro. Ghost.exe non ha alcun significato, se non un vago richiamo all’estetica vaporwave, dato che amo la musica sperimentale e di nicchia (#hipster #stateofmind). Sono dell’idea che non bisogna mai prendersi troppo sul serio, ma questo non vuol dire peccare di pressapochismo. E, tranquilli, si vive da dio anche senza avere centinaia di like per ogni cosa che fai. Sul serio, posso confermare.
A quale cosplay che hai realizzato sei più legato?
Sicuramente Lucy da Elfen Lied. Ho iniziato a fare genderbend cosplay quasi per scherzo, ma sono stato molto contento del risultato e dell’ottimo lavoro svolto da DiamonDust cosplay per la realizzazione della maschera. Da allora, il genderbend sono diventati quasi un mio trademark, per così dire.
Un altro cosplay a cui sono molto affezionato è Makishima da Psycho Pass, dato che è tra i miei personaggi preferiti in assoluto, per via della sua visione nichilista della vita e la sua passione per la letteratura. Adesso sto lavorando seriamente ad un gijinka di Mega Lopunny. Nella creazione mi sono ispirato al make-up di alcune famose drag queen. E nonostante non sia ancora terminato sono davvero molto felice di come sta venendo, e punto a migliorare sempre di più col make-up.
Realizzi da solo i tuoi cosplay o preferisci comprarli/commissionarli?
Dipende. In realtà non ho mai interamente commissionato un cosplay, così come non l’ho mai interamente creato io da zero. Solitamente i miei cosplay sono di semplice fattura, e tutto quello di cui ho bisogno lo reperisco in commercio e lo modifico a seconda delle mie esigenze. Se ho bisogno di un determinato accessorio che non sono in grado di creare lo lascio fare a mani esperte, ma fino ad adesso è successo solo con la maschera di Lucy.
Per me il cosplay è solo uno hobby che ricollego alla mia passione per gli anime e manga, scegliendo quasi sempre di interpretare personaggi che adoro davvero, come per dire: “guardate, sono X! Quanti amano questa serie?! Dio, è fantastica! Non hai visto/giocato ad X? RIMEDIA SUBITO.”
L’importante, come sempre, è sfruttare il cosplay per divertirsi e stare bene con gli altri.
Cosa pensi di chi ha fatto una scelta diversa dalla tua?
Non penso niente. In questo mondo dove sembra che se non ti oggettivi in qualcosa non sei nessuno, facciamo tutti a gara per dimostrare di essere bravi in qualcosa, anche in una cavolata. Un po’ come i bambini che all’asilo corrono dietro alle maestre per chiedergli se il loro disegno è bello. Un orgoglio che non capisco né condivido.
Più che la creazione del cosplay in sé, trovo più importante la capacità di “immaginarsi” come un determinato personaggio e riuscire a riprodurlo tale e quale sulla propria persona, con ogni mezzo a disposizione.
Ovviamente, reputo allo stesso modo molto triste il farsi commissionare un cosplay per poi spacciarlo per proprio. Un po’ come i bambini che… ok, faccio troppi sillogismi con i putei. La smetto.
Hai un “dream cosplay” o un progetto che hai particolarmente a cuore?
In questo preciso istante sto lavorando su Mega Lopunny. Sono contentissimo di aver creato quel look da drag queen che volevo dare, ma al contempo mantenere i dettagli caratteristici del Pokémon.
In quale cosplay invece, non ti vedresti proprio?
Adoro Jotaro Kujo di JoJo Bizzare Adventure. Lo trovo un personaggio estremamente carismatico e geniale. Ma purtroppo… lui è un armadio a quattro ante di uomo, e io sono poco più che un comodino dell’Ikea, per giunta montato male.
Secondo te è giusto guadagnare con il cosplay?
Sapessi quante cose non sono giuste a questo mondo ma le tolleriamo comunque. Per esempio, perché alcune macchinette non danno il resto? Magari hai una sete boia ma sei di fretta, per sbaglio infili una banconota da 10 e ZAC, “t’hanno ciavato i schei” (ti hanno rubato i soldi n.d.r.). Per me questa è un’ingiustizia vera e propria, altro che.
Ultimamente si parla molto degli original, secondo alcuni snaturano il senso del cosplay, tu come la pensi?
Dall’Onnisciente Wikipedia:
– “Cosplay (コスプレ kosupure?) è una parola macedonia formata dalla fusione delle parole inglesi “costume” (costume) e “play” (gioco o interpretazione) che indica la pratica di indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito e interpretarne il modo di agire.”
In linea teorica, un personaggio riconoscibile di un determinato ambito può tranquillamente essere un tuo personaggio di fantasia, o come si dice in gergo da teenager che si scassa di roles: Original Character.
Chiaramente, così corri il rischio che nessuno ti riconosca, o che magari ti fermano e ti chiedono: “ma tu che personaggio sei?”
“Ah no, sono un O R I G I N A L”
E si allontanano come Homer che si affossa nella siepe.
Ma ognuno è libero di portare quello che si sente di più di portare, senza vincoli di sorta, e soprattutto dando libero sfogo alla propria fantasia e immaginazione.
Secondo te che impatto hanno avuto i social network nella diffusione del cosplay?
Enorme. Oramai tutto passa per i social, anche la moda di mangiarsi pastiglie per lavastoviglie (disclaimer: non fatelo. Sul serio. Darwin non approverebbe).
So che hai scritto un libro, ti va di parlarcene?
Certamente. Come ho già detto sono molto appassionato di letteratura, e l’idea di scrivere un libro è ronzata nella mia testa per molto tempo.
Il libro si intitola “Kisetsu”, e in sostanza narra la storia dal punto di vista di una adolescente, Alice, che subisce continui soprusi da parte dei suoi coetanei. È la storia di una ragazza lasciata a sé stessa, nella sua solitudine, ad aggrapparsi a qualsiasi appiglio nella speranza di sentirsi come gli altri ed essere accettata dagli altri. Nella seconda parte del libro, invece, si viene proiettati in un futuro non molto distante, dove si racconta di fama sui social e nel web.
L’idea è quella di scrivere una storia che incoraggiasse a “guardarsi attorno” ed avere coscienza delle altre persone; con i loro sogni, i loro problemi, i loro drammi. Mettere da parte il proprio egoismo per tendere la mano verso il prossimo, ricercando un’empatia che va sempre più scemando in una società che invece tende sempre di più al singolo.
Quando ho scritto “Kisetsu” ho pensato a qualcosa che avrei voluto ardentemente leggere anch’io. Qualcosa che coniugasse una storia moderna e accattivante, scritta in maniera diretta e fluida, ma che nascondesse al contempo una metafora o un significato nascosto. E, non trovandolo in giro, ho deciso di scriverlo io stesso.
Il libro lo si può acquistare sia online che in libreria, e si può anche comodamente leggerlo in preview da Google Libri se lo cercate!
A quali eventi hai partecipato fino ad ora?
Di “importati” per così dire solo il Rimini Comics, più tantissime fiere minori qui nel Triveneto. Non sono mai stato a Lucca, sebbene sappia benissimo che è La Mecca di ogni cosplayer.
Sì lo so, faccio schifo. Rimedierò il prima possibile.
Sei mai stato al Comicon di Napoli?
Nope, ma spero di andarci prima o poi!
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Per quest’anno cercherò di andare in ogni fiera organizzata qui nel Veneto (lavoro permettendo) e sicuramente sarò al Riminicomix, dove spero di conoscere tantissime persone con cui ubriacarsi male in spiaggia come l’anno scorso. Come cosplay non escludo di riportare personaggi che ho già interpretato in precedenza come Makishima, Worrick, Nagisa ecc., più un Earth-kun durante i periodi estivi giusto perché è un personaggio meme.
Ecco tutti i link social di Ciro:
- Wattpad (dove scrivo le mie storie)
- linktr.ee (Link generale dove si può acquistare il mio libro)