Il 21 febbraio, in contemporanea con altri 30 Paesi, uscirà un libro-inchiesta, edito da Feltrinelli e già tradotto in otto lingue, di fortissimo impatto e con una portata commerciale gigantesca, destinato a far discutere e a sollevare un polverone di dibattiti e polemiche. Il titolo, evocativo e provocatorio, è Sodoma e l’autore è il giornalista e scrittore francese, nonché attivista LGBT, Frédéric Martel, già distintosi in passato per volumi quali Mainstream, Global Gay e Smart. “Il Vaticano è una delle più grandi comunità gay al mondo, più di Castro, noto quartiere gay di San Francisco”, “è l’ultima roccaforte da liberare dopo i moti di Stonewall” è questo il punto di partenza di questa opera, frutto di quattro anni di studi, di ricerche e di incontri segreti con numerosi preti e cardinali, la quale consta di ben 500 pagine. L’obiettivo del giornalista, dunque, sarebbe quello di far venire fuori i tanti, troppi segreti, le menzogne, le ambiguità, le doppie vite, i rapporti clandestini che si muovono tra le mura della Santa Sede; e di squarciare il velo di ipocrisia secondo il quale dietro l’omofobia clericale, ma anche dietro i casi di abusi e delle relative coperture, si nasconderebbe, in realtà, un’omosessualità repressa, molto più diffusa e radicata di ciò che comunemente siamo abituati a pensare. “Più un cardinale è omofobo più è alta la probabilità che sia gay” è quello che ha sostenuto Martel in un’intervista rilasciata all’Huffington Post, il quale, poi, ha anche sottolineato che, specie negli anni ’40 e ’50, in Italia la via del sacerdozio era molto praticata da uomini omosessuali che, in tal modo, miravano a sottrarsi dal chiacchiericcio e dalle cattiverie della gente.
Sta di certo che, secondo quello che inizia a trapelare da diverse fonti, nel complesso dell’indagine emerge un’immagine molto positiva di Papa Francesco che, per lo scrittore, sarebbe sottoposto a una trappola da parte dell’estrema destra e di cardinali molti omofobi che lo attaccano per le sue posizioni progressiste e più gay-friendly rispetto ai suoi predecessori.
In conclusione, per quanto ci riguarda, sospendiamo il giudizio su questa opera almeno fino a quando non avremo avuto modo di leggerla. Allo stato attuale, da un lato abbiamo Martel che definisce la sua ricerca una luce sul più grande scandalo del mondo degli ultimi cinquant’anni e da un altro lato tutti coloro che lo accusano di aver praticamente ricorso a una trovata pubblicitaria fastidiosa a danno di un’istituzione importante quale quella del Vaticano. Staremo a vedere come evolverà il dibattito.