Cairo Editore ci regala un’opera prima di notevole spessore: “Solo io posso scrivere di te” di Jessica S. Fin dalle prime righe, emerge con forza il talento cristallino e la qualità incisiva di una scrittura che non ha bisogno di scorciatoie. L’autrice, alla quale abbiamo puntato il cognome nel rispetto della sua volontà di emergere nella vita senza far leva sul suo splendido e storico cognome, presto lo sveleremo per dargli la luce che si è guadagnata attraverso le righe ben scritte di un testo, che rivela tutta la sua bravura. Non è un caso, infatti, che questo testo oltremodo godibile prometta di darle, molto presto, la ribalta che ha saputo conquistare con la potenza di un innato talento.
Il libro di Jessica Schillaci è un’immersione profonda in un doppio binario narrativo. Da un lato, ci troviamo al capezzale di un padre, Totò Schillaci, ormai ben oltre i tempi supplementari della sua gloriosa esistenza. Dall’altro, veniamo catapultati nel vissuto complesso e autentico di un rapporto padre-figlia segnato da fisiologici alti e bassi, dovuti a lunghe distanze fisiche e, talvolta, caratteriali. L’autrice racconta la verità di un legame in tutte le sue sfumature.
La struttura stessa del libro è un omaggio alle indimenticabili cifre che indossava l’eroe delle notti magiche: 19 paragrafi, come il numero di maglia dell’iconico Salvatore Schillaci. Il campione che, in una sola estate, durante l’ultimo mondiale disputato in Italia, riuscì a compiere un’impresa di unità nazionale superiore a quella di Garibaldi. Un unicum irripetibile, una saga delle emozioni definita nei minimi dettagli, colpi di scena compresi, dal talento puro del massimo rappresentate del sogno che diventa realtà, l’uomo che ha ridisegnato il concetto di sesto senso, la persona giusta al posto giusto aveva l’effige del grande Schillaci. E non fidatevi mai quando vi raccontano che è stato un momento durato una sola stagione. Falcidiato dagli infortuni e da scelte tecnico/societarie discutibili il fuoriclasse Schillaci ha palesato, sfortunatamente, solo in parte la tecnica, l’istinto e l’abnegazione al sacrificio di cui evidentemente era dotato. Ne sono stati testimoni, il compianto Scoglio ed i campioni del mondo Zoff e Scolari.
Se fiumi d’inchiostro hanno celebrato le gesta di Totò gol e, più recentemente, purtroppo, le sue ultime ore di vita, nessuno prima di Jessica Schillaci è riuscito a cogliere l’essenza più intima e umana del protagonista. L’autrice regala emozioni vere e atmosfere pure, scolpendo con pregevole delicatezza nell’animo del lettore la fine di un’esistenza piena di trionfi sportivi, ma con un substrato profondamente umano di quel Salvo Schillaci ai più sconosciuto.
Il testo è emozionante e denso di amore: amore per un genitore imperfetto ma sensibile a modo suo, ed un palese amore per la scrittura. Come l’immenso Totò “vedeva un pallone e gli veniva voglia di calciare, Jessica S. “ha visto una storia e le è venuta voglia di scrivere”, e l’inconsapevole attesa dei lettori è stata ampiamente ripagata.
“Salvo è una leggenda e lo sarà per sempre,” ma Jessica “vuole arrivare ad ogni traguardo con le sue sole forze.” Questo temperamento e questa grande volontà d’animo non sono solo affermazioni, ma si leggono tra le righe di quest’ottima opera prima. La sua prosa è incisiva, evocativa e profonda.
“Solo io posso scrivere di te” è molto più di una biografia filiale; è una testimonianza universale sulla complessità dei legami familiari, sul lutto e sul potere catartico della scrittura. È l’esordio di un’autrice di cui, ne siamo certi, sentiremo ancora molto parlare. Un libro imperdibile per chi cerca storie che toccano le corde più sensibili dell’animo umano.

