Soul è il nuovo film della Pixar trasmesso dal 25 dicembre 2020 su DisneyPlus. Ambientato in una realtà ultraterrena, il film è diretto dal regista Pete Docter. Nonostante esso sia un cartone animato, non sembra affatto un film per bambini, e prova a dare una risposta al dilemma epocale dell’essere umano sul senso della vita. Affrontando un tema così importante, il film diventa forse incapace di catturare l’attenzione dei più piccoli, ma regala al pubblico degli adulti una meravigliosa storia di immensa profondità.
La vicenda è quella di Joe Gardner, jazzista afroamericano che insegna musica in una scuola. Apparentemente infelice ed insoddisfatto della sua vita, il protagonista non riesce a gioire nemmeno di fronte ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, deludendo le aspettative di sua madre che prova a convincerlo ad accettare l’allettante proposta. Soltanto quando a Joe si presenta l’occasione che attendeva da una vita, egli sembra trovare la scintilla della felicità: finalmente potrà suonare con un importante gruppo musicale in un noto locale di New York. A poche ore dal debutto però, preso dall’entusiasmo, per strada non si rende conto di dove mette i piedi e cade in un tombino; egli precipita in una sorta di aldilà e capisce di trovarsi in una fase intermedia tra la vita e la morte. Dopo una serie di vicissitudini Joe raggiungerà una consapevolezza nuova; sarà l’incontro con un’anima “ribelle” e che stenta a trovare il suo scopo nel mondo, che lo indurrà a mettere in discussione la musica come unico senso della sua vita.
Nell’aldilà in cui si trova Joe ci sono alcune anime colpevoli di aver vissuto la propria passione talmente intensamente da trasformarla in una vera e propria ossessione. Quello che resta allo spettatore è una morale importante, spesso data per scontata ma che in realtà non lo è affatto: La felicità è saper cogliere il senso e l’importanza delle piccole gioie quotidiane! La verità di ogni uomo è spiegata egregiamente attraverso l’utilizzo di una meravigliosa metafora, ispirata ad una celebre storiella che vede come protagonisti un pesce anziano ed un pesce giovane: il giovane chiese all’anziano dove fosse “quello che tutti chiamavano oceano” ed il vecchio rispose “ci stai nuotando dentro” allora il giovane, insoddisfatto, replicò “questa è solo acqua, io cerco l’oceano”.
Ciò che accade a Joe è la triste realtà che caratterizza la vita di ogni essere umano, sempre in attesa di un qualcosa di meglio e di nuovo, insomma mai felice e mai soddisfatto. Alla fine del film, il protagonista ha finalmente trovato il giusto equilibrio ed ha compreso il significato anche di una semplice passeggiata all’aria aperta. L’insoddisfazione cronica, tipica dell’attuale generazione, rende gli uomini schiavi di un’infelicità eterna, che non troverà mai pace. L’insoddisfatto viene classificato nel film come un grave peccatore, ma egli non va all’inferno, piuttosto si ritrova in una sorta di purgatorio, un limbo mentale dal quale può uscire soltanto in due modi: o con la vita o con la morte. Chi muore infelice ormai non può più tornare indietro, ma chi riceve una seconda possibilità e quindi è ancora in tempo a scegliere la strada della vita, deve però rendersi conto di quanto abbia peccato a non apprezzare le piccole grandi cose che possedeva già in precedenza e che dava per scontate.