<HARMONY/> è un manga seinen adattamento di un film d’animazione giapponese, prodotto dal Studio 4°C per la regia di Michael Arias e Takashi Nakamura, basato sull’omonimo romanzo di Satoshi Ito noto con lo pseudonimo di Project Itoh ( in giapponese Itō Keikaku n.d.r. ). <HARMONY/> è una delle novel facenti parte della cosiddetta Trilogia di Project Itoh postume dello scrittore, noto anche per aver romanzato l’adattamento letterario del quarto capitolo del videogioco Metal Gear Solid. L’autore muore per una grave malattia nel 2009; in seguito il game designer Hideo Kojima dedicò il videogioco Metal Gear Solid: Peace Walker in sua memoria. Il manga ha debuttato in Giappone nel novembre del 2015 sulla rivista New Type di Kadokawa Shoten pochi mesi dopo l’uscita dell’anime. La versione cartacea , che è divisa il 4 volumi, è curata dal mangaka Minato Fumi.
In un periodo del futuro chiamato Maelstrom le guerre nucleari e malattie hanno flagellato e distrutto gli Stati Uniti d’America. La drammatica situazione costringe il genere umano ad adottare una politica basata sull’esistenzialismo, attraverso dispositivi che garantiscano la salvaguardia degli individui. Per evitare nuovi orrori, gli stati vengono divisi in entità più piccole, dove le società diventano più etiche e solidali, mentre la salute viene controllata dalle “admedistrazioni”, cioè strutture dove viene usata la nanotecnologia a scopo medico, per permettere di vivere al meglio In Giappone però, la giovane Tuan Kirie e le sue amiche Miach Mihie e Cian Reikado danno vita ad una protesta contro questa tipo di società e sul controllo sulla propria vita, rifiutando farmaci e cibo, ma la protesta di fallisce. Tredici anni dopo, Tuan lavora per l’Organizzazione Mondiale della Sanità nei corpi di polizia medici internazionali, è però sempre fedele alle sue idee; l’incontro dopo anni con Cian dà l’inizio ad un’indagine in cui scoprirà le verità e la minaccia che rappresenta il mondo “perfetto”.
Nell’opera si riscontra una forte critica all’annullamento dell’identità del singolo individuo, visto ormai come semplice ingranaggio di un grande meccanismo che nega l’individualità e da cui è difficile scappare, anche attraverso il suicidio.
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