Lo stealthing è una pratica che consiste nel danneggiare, o addirittura togliere, il preservativo durante un rapporto sessuale senza il consenso del partner.
L’uomo e non solo la donna ne sa una più del diavolo!
Recentemente è stato riconosciuto come reato la pratica dello stealthing. E’una pratica lesiva che tocca sia le donne che gli uomini.
I motivi per cui si arriva a fare una cosa del genere sono molteplici: voler ingravidare la propria partner a sua insaputa, trasmettere volontariamente una malattia venerea o il semplice scherzo (!!), fatto sta che le conseguenze come una gravidanza indesiderata o la trasmissione di malattie e peggio dell’ HIV posso essere molto gravi.
Si parla di reato, ma non c’è una norma ad hoc che si occupa dello stealthing. Il comportamento è decisamente fraudolento e in mala fede, ma difficile dimostrare la volontaria rottura del condom da parte del partner.
E’una materia nuova a cui la legislazione in caso di lacuna di legge deve ancora dare una copertura.
IL CONSENSO al rapporto che deve essere tale ed integro per tutta la durata di esso, con azioni del genere viene meno, quindi è ipotizzabile parlare di stupro.
Una goliardata, come direbbero alcuni, sfilare il preservativo perché fastidioso o bucarlo mette a rischio inconsapevole la salute del partner, ma sebbene i casi di persone vittime di stealthing aumentino sempre di più, è ancora percepito come una cosa non grave.
Mentre in Europa si cerca una legge che punisca questa azione (in Italia è equiparata al reato di violenza, ma nessuno è stato condannato esclusivamente per stealthing, rientra del discorso più generico della violenza, quindi parliamo di concausa, in Svizzera invece è considerato una sorta di maltrattamento e in Inghilterra è illegale). Ma ripeto, dimostrare il dolo del partner è molto difficile.
In America invece le cose stanno diversamente: la California vara la legge AB453. Il testo normativo prevede a carico di chi commette il reato di stealthing la responsabilità civile per il comportamento illecito tenuto. Il soggetto agente che commette l’offesa sessuale è quindi tenuto al risarcimento dei danni nei confronti della parte lesa, a causa del contatto intimo non consensuale e potenzialmente dannoso che si verifica tra le due parti convenute a giudizio (fonte thewom.it)
E nel mondo LGBT?
Pare che tale pratica sia molto comune. Viene spesso visto come un sex trend innocuo, in quanto non essendoci vera violenza fisica si tende a sottovalutarlo.
Un conto è eliminare il preservativo con il consenso di entrambi ma, in caso sia solo la parte attiva a farlo allora anche in questo caso si parla di violenza.
Il sesso occasionale con protezione, anche consumato nel bagno di un locale dovrebbe dare almeno la tranquillità durante il rapporto, o no? Beh, può suonare come una battuta: ma guardatevi le spalle!
Al nostro organo legislativo spero presto la parola.