Guglielmo Capitelli fu una figura di rilievo nella Napoli della seconda metà del Settecento. Divenuto sindaco dal 17 aprile 1868 al 25 settembre 1870, egli apportò migliorie alla città in campo sociale, politico e culturale. Nato nel capoluogo campano il 6 novembre 1840 da Domenico Capitelli, presidente del Parlamento napoletano nel 1848, nonché giurista e direttore di una scuola privata di diritto, e da Rosa Lopiccoli, Guglielmo raggiunse la laurea in Lettere e filosofia e in Giurisprudenza nell’Università di Napoli; un traguardo, questo, raggiunto dalla sua passione per le materie giuridiche, trasmessagli però dal padre stesso. Dopo il conseguimento della laurea, seguì un modello formativo in voga tra i rampolli delle famiglie benestanti dell’epoca, ossia intraprese dei viaggi tra le maggiori città europee. Rientrato a Napoli si dedicò ad una intensa attività forense, alla quale affiancò l’impegno politico che, nel 1865, lo portò in Consiglio comunale. La sua elezione a Sindaco fu fondamentale per attuare una serie di iniziative che cambieranno Napoli in maniera radicale, quali la promozione della pubblica istruzione, il prolungamento di Via Duomo, la sistemazione della Riviera di Chiaia, delle Fosse del Grano e del Corso Vittorio Emanuele, il contenimento del fenomeno alluvionale conosciuto come “lava dei Vergini”, l’impianto di una prima linea di tram su rotaie con vetture trainate da cavalli. In seguito alla sua nomina a conte, per volere del re Vittorio Emanuele II, nel gennaio 1883 donò alla Biblioteca cittadina una parte del suo notevole patrimonio bibliografico, costituito da antichi e preziosi volumi appartenuti in precedenza alla biblioteca di famiglia; infatti, il fondo librario oggi custodito e a disposizione degli studiosi presso l’Archivio Storico Municipale, conta 243 volumi stampati in un arco temporale che dal 1571 giunge sino al 1834. Si tratta di manoscritti, trattati, diari con impressioni in oro, oltre a raccolte redatte da illustri giureconsulti i cui studi rappresentano rilevanti contributi all’evoluzione storica delle discipline giuridiche tra il XVI e il XIX secolo. La sua intensa attività letteraria si prolificherà come scrittore, poeta e collaboratore di riviste culturali, dall’Illustrazione popolare a Il Risveglio educativo, L’Illustrazione italiana, Cordelia, Roma letteraria, Rassegna nazionale, Il pensiero educativo. Ai sonetti e ai canti dedicati agli amici e ai familiari aveva infatti accompagnato una lunga serie di studi e conferenze dedicate innanzitutto al padre Domenico, e poi a Vittoria Colonna, Giuseppe Massari, Alessandro e Carlo Poerio, Giuseppe Pisanelli. Nel mondo letterario corrisponderà frequentemente col Pascoli, Vittoria Aganoor, Ada Negri. Verso la fine dei suoi anni si trasferì a Messina, dove si insediò nella prefettura, finché verrà collocato a riposo da Goilitti con decreto del 31 gennaio 1907. Ritiratosi a Nervi, presso Genova, morirà in questa località pochi mesi dopo.Sto