La basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio conosciuta anche con il nome della Piccola San Pietro, definita tale poiché è identica alla Basilica di San Pietro…in piccolo. Si erge in zona Capodimonte
La chiesa fu fortemente voluta da Maria di Gesù Landi. Essa nacque a Napoli il 21 gennaio 1861, già da bambina dimostrava una forte vocazione. Nel 1884, fece dipingere un quadro commissionandolo al pittore Spanò. Il popolo napoletano l’amava molto anche grazie a due miracoli:
Secondo la leggenda mostrò al popolo l’immagine della Madre del Buon Consiglio e l’epidemia di colera del 1884 che affliggeva Napoli in quel periodo, cessò immediatamente
A seguito di un’eruzione del Vesuvio nel 1906, la città fu coperta da una densa coltre di cenere e numerosi tetti e solai crollarono. Maria espose il quadro fuori al balcone di casa e un raggio di sole lo illuminò. Qualche giorno dopo l’eruzione cessò e la cenere cominciò a svanire.
Maria di Gesù Landi morì il 26 marzo 1931 quando ancora la chiesa non era terminata.
Nel gennaio del 1980 papa Giovanni Paolo II l’ha elevata alla dignità di basilica minore.
Ma le leggende non finiscono qui:
La credenza popolare vuole che durante il sisma del 1980 il busto marmoreo raffigurante la Madonna posto sulla sommità della facciata si staccò, cadendo in piedi e senza subire danni. In realtà la statua, a figura intera, si divise in due parti e la parte superiore, il busto, cadde dal frontone della chiesa sulla scalinata senza ferire nessun passante e si spezzò a sua volta in due parti, il torso (con il Bambino in braccio) e la testa.
Una lastra di pietra posta all’ingresso della basilica ricorda l’evento.
Una volta restaurata la statua della Madonna fu riposta all’interno della basilica fino al 4 giugno 1983 quando, terminati i lavori di consolidamento, è stata ricollocata al suo posto in alto, e da allora protegge la città
Nel piazzale della basilica vi è l’entrata monumentale alle catacombe di San Gennaro, rappresentata da un grande busto del santo alto più di 4 metri, per quindici quintali di peso; l’opera, la più grande del suo genere presente in città, è stata realizzata dall’artista Lello Esposito