Agli inizi del secolo, Via Posillipo fu scenario di un drammatico delitto di amore criminale. I protagonisti furono un noto scultore dell’epoca Filippo Cifariello e la sua affascinante moglie. La Signora in questione era stata un’acclamatissima star di cafè chantant, una show girl del suo tempo, bella e molto desiderata dagli uomini. Purtroppo il matrimonio tra l’affascinante Blanche e Filippo fu tutt’altro che felice. La moglie fu molto infedele e di conseguenza il consorte viveva in uno stato costante di gelosia. La tragedia si consumò alla pensione “Mascotte̊” in Via Posillipo nell’anno 1905. L’artista sorprese la moglie con colui che egli credeva essere il suo ultimo amante e la uccise con cinque colpi di pistola. Iniziò un lungo processo che attrasse subito l’opinione pubblica, il difensore dell’imputato sostenne dall’inizio che i protratti tradimenti avevano prostrato il suo assistito, a tal punto, da averlo portato sull’orlo della follia. L’evento divenne così chiacchierato che molti giornali indissero dei veri e propri referendum per votare sulla colpevolezza dello scultore, meglio dell’attuale televoto. Nel 1908 I giudici assolsero Cifariello per vizio parziale di mente.
Ma non pago del genere femminile, Filippo convolò a seconde nozze, la seconda moglie era ugualmente una donna affascinate, che fece parlare di se quando mori tragicamente in un incendio nella loro casa al Vomero. Riuscì, però, a scagionare il marito per iscritto prima di morire. Ci fu un terzo matrimonio ma questa volta non fu la moglie a perdere la vita, dopo aver avuto due figli, in un momento delicato per la sua salute Cifariello si tolse la vita.