La storia del quartiere Secondigliano, un po’ come quella di tutti i quartieri della periferia di Napoli, è legata all’agricoltura e alle tante aziende rurali che vi erano esistenti, inizialmente casale regio dal medioevo all’epoca Borbonica, comune autonomo fino agli anni del Fascismo, e ora quartiere della città di Napoli.
La crescita di Secondigliano è legata all’espansione di Capodichino che costituiva l’ingresso maggiore della città di Napoli. Capodichino fu aperta durante il Vice regno del Duca d’Ossuna. Prima del 1585 il villaggio di Secondigliano era quasi del tutto irraggiungibile e la Strada di Capodichino è rappresentata, come una foresta invasa dai briganti. Secondigliano, oltre alla sua storia e le sue figure di riferimento, conserva le sue leggende in parte fantastiche e in parte reali
Che cosa hanno in comune questa zona e la notte dei desideri? Il dieci Agosto, notte di San Lorenzo, si racconta ci sia un fantasma, il fantasma di una giovane donna che passeggi per Corso Secondigliano. La giovane donna che pare non riuscire a trovare la pace eterna è Milena, vissuta più di cent’anni or sono, in Via Secondigliano 148. Milena come molte giovani del suo tempo non poté scegliere con chi unirsi in matrimonio, la famiglia la costrinse a un legame combinato. Nella notte di S. Lorenzo, vestita ancora da sposa, si affacciò dalla finestra mettendo fine alla sua esistenza. Mentre la povera Milena ancora, si strugge per amore.
Il diciassette del mese di Ottobre, lo spettro di un ciclista appare in Corso Secondigliano conduce ancora la bicicletta, vestito di tutto punto, per sparire nel nulla. Chi giura di averlo visto riconosce nella sua figura, un uomo che morì in un incidente in bicicletta per un bullone che si svitò improvvisamente, sopraggiunse un tram che travolse l’ignaro ciclista. L’ ultima figura dalla storia infelice è la “ragazza dagli occhi grigi” che apparve improssisamente , una sera piovosa degli anni cinquanta, chiese un passaggio a un ignaro signore. Pregandolo di essere riaccompagnata a casa. Il giorno dopo, l’uomo volle rincontrare la giovane sconosciuta.
Bussando alla porta del caseggiato, venne ad aprire un’anziana donna. Al racconto dello sconcertato uomo gli occhi dell’ anziana si riempirono di lacrime, nella descrizione della giovane, riconobbe la figlia morta tragicamente nel 1944 durante il bombardamento di Capodichino. Che siano storie fantastiche o che facciano parte della suggestione degli abitanti di Secondigliano, le storie infelici di queste anime in pena ci commuovono ancora.