In Via Domenico Capitelli, nel cuore del centro storico,un negozio di ottica ricorda una delle canzoni più belle scritte nel panorama della canzone napoletana. Al civico 35 campeggia una targa che riporta l’iscrizione: “questa sua onorata bottega Raffaele Sacco,ottico poeta scienziato accademico inventore allietò del canto di “te voglio bene assaje e tu non pienz’a me” la prima canzone che, con melodie di Gaetano Donizetti, muovendo l’estro popolare, fece della tradizionale Piedigrotta la festa di Napoli canora fascinosa nel mondo”. Raffaelle Sacco, nel 1835 scrisse la nota “Te voglio bene assaje” presentata al Festival di Piedigrotta era considerata come una contaminazione tra l’opera lirica e la canzone popolare.
Un personaggio come il Settembrini, ricorda che durante la sua prigionia presso il carcere di Santa Maria Apparente lo confortavano tre cose “la ferrovia,l’illuminazione a gas e la bella te voglio bene assaje”. Ancora più strano un ulteriore aneddoto su questa canzone.Ci fu in quel periodo, un uomo di chiesa, che visto l’enorme successo riscosso dalla canzone ebbe l’idea di modificarla dandole un argomento religioso il titolo diventò “l’uomo e Dio” è inutile riferirvi che il pezzo non ebbe molto successo.