Tragedia ieri pomeriggio sul ponte di San Rocco a Capodimonte: un uomo è sceso dall’auto e si è lanciato nel vuoto! Subito è scattato l’allarme dato dai passanti e sul posto diverse squadre dei Vigili del Fuoco hanno avviato le difficili operazioni di recupero, avvenuto definitivamente intorno alle 19.30. Non è la prima volta che sul ponte di San Rocco si verificano episodi di questo tipo; da tempo, infatti, i residenti chiedono che vengano costruite delle recinzioni per scongiurare il ripetersi di atti estremi, facilitati dalla pericolosità del luogo. L’uomo si sarebbe buttato dal ponte di San Rocco lasciando di stucco moglie e figli che erano con lui. Stando alla prima ricostruzione dei fatti, egli era alla guida dell’auto ed avrebbe improvvisamente fermato tutto per lanciarsi dal ponte. L’uomo, che era residente a Giugliano in Campania, è morto sul colpo dopo essere precipitato nel vallone nei pressi dell’ex deposito Garittone a Capodimonte. Le squadre dei Vigili del Fuoco, intervenute con il corpo speciale del nucleo speleo alpino fluviale, hanno impiegato quasi due ore per estrarre il corpo dell’uomo. Sulla sua età precisa non sono state fornite informazioni chiare, ma pare avesse circa 70 anni.
Neppure le motivazioni del tragico gesto sono state ipotizzate, forse aveva problemi economici o familiari, chi può dirlo. Fatto sta che episodi come quello avvenuto ieri a Napoli in zona Capodimonte ci lasciano perplessi e pensierosi circa il difficile momento storico che l’umanità sta vivendo. Nella regione Campania, in particolare, negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un preoccupante aumento del numero quotidiano di nuovi contagi da coronavirus, con conseguenti misure restrittive provenienti sia dai vertici nazionali sia da quelli regionali. Lo stress di tale situazione, psicologicamente molto pesante, avrà probabilmente conseguenze molto più disastrose adesso rispetto alla primavera, non solo a Napoli ed in Campania, ma in tutta Italia, Europa e nel resto del mondo. Purtroppo nessuno è stato escluso da questa “catastrofe naturale” senza precedenti che sta mietendo vittime “fisiologiche e psicologiche” in maniera esponenziale.
Durante il primo lockdown in primis c’era la paura del virus, nuovo e sconosciuto, ma dall’altro lato c’era anche l’adrenalina, la voglia di farcela e l’entusiasmo di essere uniti; ora come ora, invece, c’è soltanto disperazione, angoscia e poche speranze per il futuro. Non si sa, infatti, quanto tempo ancora questa storia durerà, se mai finirà, quando e come. Ed inoltre adesso stiamo vivendo anche un’altra paura, dovuta alla perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni. Mentre a Marzo ed Aprile ci sentivamo in un certo senso protetti e forzatamente in vacanza, cosa che a molti è anche piaciuta, ora come ora ci sentiamo invece in balia di un’economia che non può fermarsi, per nessuna ragione ed a tutti i costi. Se poi si pensa anche alle condizioni climatiche poco stabili, tipiche del periodo autunnale, è facile intuire come da un punto di vista psicologico ci sentiamo tutti un pò sconfitti ed alquanto angosciati da questa infinita pandemia.
Purtroppo, però, c’è chi non ha tempo di avere paura del Covid-19 perché ha più paura di non riuscire a garantire una vita dignitosa alla propria famiglia, a causa di tante restrizioni passate, presenti e future. Non sappiamo per quale motivo un uomo di cui non conosciamo neppure il nome, ieri abbia deciso di togliersi la vita, così all’improvviso. Non lo sappiamo, così come non sappiamo mai nel dettaglio cosa e come vivono le persone intorno a noi, quelle che camminano sul nostro stesso marciapiede, ma una cosa è certa: il 2020 ha portato via con sé tante vittime, e purtroppo non sembra abbia intenzione di fermarsi…