Negli spazi della The Gallery Studio, in via G. Carducci a Napoli, a pochi passi dalla centralissima piazza San Pasquale a Chiaia, è allestita la mostra dell’artista napoletano Enzo Palumbo, intitolata “Taurino Saturnino”, fino a mercoledì 11 luglio 2018. Una esposizione formata da un corpus inedito di 15 opere che dialogano con una singola scultura. E’ una produzione artistica caratterizzata da una certa eleganza stilistica, mai banale e sempre incisiva, Palumbo riesce attraverso la sua esperienza ad attingere a tutta la gamma cromatica della tavolozza. Con il colore innesca nell’osservatore un processo di identificazione delle forme, nitide e intuitive, una perfetta simbiosi tra la componente neurobiologica e la percezione visiva ed emotiva . Partendo dallo stile e dalla tecnica pittorica che hanno caratterizzato la proficua produzione degli ultimi anni, l’artista realizza delle composizioni figurative di notevole valenza. E’ un modus operandi animato da una creatività e versatilità ascrivibile in chiave letteraria, al flusso di coscienza di James Joyce, della libera rappresentazione dei pensieri dell’artista. Idee, conflitti interiori, emozioni, sentimenti, passioni e sensazioni trovano una corrispondenza figurativa e pragmatica nei dipinti tecnica mista su legno dell’artista napoletano. Fulcro principale della mostra è l’iconico dipinto “Taurino Saturnino”, un’opera che già nel titolo insidia il fruitore ponendo diversi spunti interpretativi: la presenza di un toro che emerge sullo sfondo, invade la superficie pittorica, è una immagine zoomorfa, è l’esito di una gestualità immediata, spontanea, istintiva, impulsiva e dinamica, scevra da qualsiasi forma di razionalità. Se da un lato i toni caldi rendono l’impianto compositivo visivamente impattante, dall’altro, l’artista riesce a far emergere i “sentimenti latenti”, sensazioni saturnine e meste, riflessive ed emotive, generando il paradigma forma/toro/forza e forma/colore/malinconia. Questo dualismo emotivo è il risultato di una analisi introspettiva, di una costante ricerca e di una continua sperimentazione, è un Espressionismo dagli esiti straordinari.
Proseguendo con il percorso espositivo, interessante è il dipinto con forme generate dalle visioni oniriche, dall’inconscio, in cui i colori scuri, nero e marrone, invadono la superficie di legno creando una alternanza fra spazi pieni e spazi vuoti. Anche in questo caso, Palumbo genera nell’osservatore diversi spunti di riflessione. Una figura antropomorfa si contrappone ai diversi elementi collocati nella parte centrale dell’opera, entità naturali riconducibili a pezzi di legno bruciati. L’artista non impone una narrazione precostituita delle sue opere, dà la possibilità al fruitore di essere parte attiva del processo artistico, lasciando a quest’ultimo una libera interpretazione.
Tra le 15 opere inedite emerge la singola scultura posta al centro della sala, è un “estratto” ripreso da uno dei dipinti in mostra, opera che ha partecipato al Premio Comel 20018, “Armonie in alluminio”. E’ una struttura antropomorfa realizzata con un certo virtuosismo, integrata nello spazio e caratterizzata da una energia cinetica, le forme spigolose ne aumentano il dinamismo. Realizzata in alluminio, visivamente impattante, racchiude al suo interno una cosmogonìa, una serie di corpi celesti che forniscono una interpretazione dell’origine e della formazione dell’universo.
Palumbo è un artista che attraverso la sua creatività ha raggiunto un certo virtuosismo estetico e contenutistico, assumendo il ruolo di mediatore fra l’interno e l’esterno, fra cuore e intelletto e fra l’opera e il fruitore, scevra da qualsiasi condizionamento razionale, seguendo il proprio e inarrestabile flusso di coscienza.