Quello delle aggressioni sul personale sanitario è un problema che ha assunto quasi la dimensione di una vera e propria emergenza. Basti pensare che, nell’arco del 2019, si sono registrati circa 130 episodi di violenza in Campania – ovviamente, da questo increscioso fenomeno non sono esenti le altre regioni d’Italia, dal Sud al Nord, checché ne dicano alcune testate giornalistiche -. Pure nelle ultime ore, purtroppo, le cronache ci hanno parlato di altri casi molto gravi, come quello ai danni di un’infermiera al Loreto Mare e quello contro un’autoambulanza, colpita da diversi oggetti lanciati da un balcone, con tanto di minacce agli operatori del 118 accorsi per effettuare un soccorso. L’episodio che più ha destato rabbia e scalpore, però, è stato quello denunciato dal dottor Manuel Ruggiero, presidente di Nessuno tocchi Ippocrate, ovvero il sequestro di un’ambulanza e del personale da parte di un gruppo di ragazzi per costringerli a soccorrere un 16enne con una distorsione al ginocchio.
Dunque, a seguito delle numerose segnalazioni giunte da Napoli e provincia e alla luce dei rischi che, quotidianamente, chi si occupa della nostra salute si trova a dover affrontare, Governo, Regione, Asl e forze dell’ordine, come auspicato da più parti, si sono attivate per adottare, in sinergia, delle misure di contrasto. In tal senso, ieri, in Prefettura, su questo tema, si è tenuta un’importante riunione, alla quale hanno preso parte il prefetto vicario, i vertici delle forze dell’ordine, il direttore generale per la tutela della salute della Regione Campania, il direttore della centrale operativa del 118, il dirigente Telecomunicazioni Campania e Molise, i direttori generali delle Asl Napoli 1 Centro, Napoli 2 e Napoli 3.
Ebbene, dall’incontro è stato stabilito che, a partire dal 15 gennaio, ognuna delle attuali 39 ambulanze in dotazione del 118 di Napoli sarà fornita di quattro telecamere esterne (i mezzi, inoltre, avranno anche un collegamento GPS per migliorare il sistema di localizzazione) e, in più, i membri dell’equipaggio avranno addosso le cosiddette body-cam.
Con la disponibilità delle forze dell’ordine a garantire adeguato supporto tecnico, saranno, inoltre, intensificati e resi più efficaci i sistemi di videosorveglianza dei pronto soccorsi, al cui interno, non a caso, maggiormente si verificano le aggressioni. In aggiunta, saranno resi più frequenti i passaggi delle pattuglie presso i nosocomi.
Tutto ciò, evidentemente, rientra in un’ottica di arginamento della violenza figlia dell’inciviltà; una logica che, seppure ovviamente molto lodevole, come abbiamo sottolineato in un nostro precendente articolo, rischia però, da sola, di non essere sufficiente se si vuole agire in maniera più ampia sulla questione. Come espresso dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori nel settore nelle scorse settimane, invero, bisognerebbe, al tempo stesso, andare pure a migliorare la qualità delle strutture e dei servizi offerti, così da ridurre gli eventuali attriti che possono insorgere con parenti e pazienti, i quali, spesso, di fronte a situazioni di ritardo, danno in escandescenza. È chiaro, infatti, che con un aumento del numero dei mezzi e un maggiore impiego di personale si potrebbe avere una gestione più tranquilla. In tal senso, accogliamo con molto favore le novità che riguardano l’Asl Napoli 1 Centro, che, a breve, incrementerà il numero degli autisti disponibili e assumerà 567 infermieri e 30 medici. Inoltre, entro aprile 2020, essa si doterà pure di quattro nuove ambulanze.
Speriamo, pertanto, che a partire da qui si possa, in questo nuovo anno, davvero cominciare a garantire diritti, sicurezza e dignità in primis agli operatori della salute, che svolgono una professione delicatissima, e poi a tutti gli utenti.