Nella prima settimana di questo mese, puntuale come sempre, è arrivato in edicola Tex con l’albo mensile N° 713 della serie regolare: Duri a morire. Se esiste un personaggio del fumetto nostrano che può permettersi di ostentare un titolo così evocativo, è proprio il Ranger di casa Bonelli!
L’albo va a completare l’intreccio preparato nel numero 712, I forzati di Dryfork, nel quale abbiamo assistito alla rocambolesca quanto esplosiva evasione da un penitenziario (qui la nostra recensione) orchestrata da un manipolo di banditi ed alla successiva duplice caccia all’uomo: Greg Taylor e Ray Cooper si sono “infiltrati” nella fuga e si sono lanciati a recuperare un bottino di precedenti rapine, la banda di Franck Decker li insegue per metterci su le zampe prima di loro, e sulle tracce di tutti questi poco di buono ci sono ovviamente Tex e Kit Carson.
I temi principali di un’antologia western vengono integrati in questa seconda metà, aggiungendo agguati, inseguimenti al treno e spietati duelli in una fatiscente ghost town accerchiata da feroci indiani Mohaves, per una storia montata in maniera efficace da Jacopo Rauch, il quale riesce a maneggiare con accuratezza tutti gli strumenti del caso. L’autore ha infatti montato un soggetto dall’impianto classico, tipicamente western e senza divagazioni, eppure solidissimo grazie anche ad un nutrito drappello di personaggi in gioco eterogenei e ben caratterizzati.
Le buone sensazioni della prima puntata vengono così confermate, e l’esordio di Rauch su Tex si rivela un eccellente acquisto per la testata, che ora può contare su uno sceneggiatore dalle ottime basi ed abile nel creare avventure di stampo classico senza far apparire scontati i cliché che per forza di cose compongono i racconti di frontiera.
Senza svelare nulla sul finale, del tutto particolare se confrontato con le consuete conclusioni alle quali siamo avvezzi, vi anticipiamo solo che se il mondo di Tex è in genere ben scandito e ripartito tra bianco e nero, stavolta potreste restare spiazzati da una sorta di “compromesso”.
La sceneggiatura di Rauch è supportata dalle tavole di Giuseppe Prisco, che per la seconda metà della storia sembra aver reso ancora più essenziale il suo tratto caratteristico. Il disegnatore si conferma perfettamente a suo agio nel dipingere banditi e carogne che nessuno vorrebbe mai trovarsi davanti così come gli scenari polverosi che rendono ancora più coinvolgente la trama valutata nel suo insieme di oltre 200 pagine.
Il debito referenziale nei riguardi del maestro Giovanni Ticci è ancora evidente, tuttavia è palese che Prisco si stia evolvendo verso la raffigurazione del “suo” Tex, con pregi (tanti) e difetti, quelli legati alla troppa sintesi di alcune vignette che risultano quasi affrettate. Averle riscontrate solo nel secondo albo è però secondo noi però un buon segno, perché ipotizziamo siano dovute ai tempi di consegna. La buttiamo lì solo come congettura, sia chiaro, ed anzi ci auguriamo di assistere presto alla sua prossima prova!
Per finire, la copertina di Villa, che dopo quella di stampo “paesaggistico” per I forzati di Dryfork preferisce astenersi dalla cornice di sfondo e piazzare un agguerrito Tex, pronto a estrarre la colt dalla fondina all’assalto di un Mohave, su una campitura interamente bianca.
uscita: 07/03/2020
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 110
Soggetto: Jacopo Rauch
Sceneggiatura: Jacopo Rauch
Disegni: Giuseppe Prisco
Copertina: Claudio Villa