L’ultima vignetta dell’albo di Tex 736 Le frecce dei nemici conteneva la rivelazione cruciale circa le origini del cattivo di turno, e l’albo numero 737 che va a completare la storia sceneggiata da Pasquale Ruju ed intitolato La vendetta di Quercia Rossa si riallaccia esattamente a quell’istante del racconto.
Quercia Rossa, incamminato con lucida determinazione sul sentiero della vendetta nei confronti del predone Chogan che ne ha sterminato la famiglia, rivela che in realtà egli è di origini Cheyenne pur essendo cresciuto tra i Comanche ai quali sta muovendo guerriglia. La dura infanzia ha fatto di lui un autentico cane sciolto, pronto a fare razzie negli altri villaggi Comanche per mettere insieme il suo personale esercito. Sulle sue tracce ci sono, insieme allo stesso Quercia Rossa, Tex e Kit Carson intenzionati a mettere fine agli stermini che non giovano né al popolo rosso né ai bianchi d’America.
Se nella prima parte dell’albo si assiste all’assalto programmato con cura all’accampamento di Chogan per liberare donne e giovani prigionieri e nel quale l’anziano capo Comanche ha un ruolo da incursore mosso dai propri istinti ed incapace di attenersi alle istruzioni dei due Ranger, nella seconda si sviluppano un epico inseguimento e controffensiva. Insieme a tutti i fuggitivi i nostri si rifugiano su una mesa dalla quale riescono ad allontanarsi con uno stratagemma ideato proprio da Quercia Rossa e nel quale Tex riguadagna parte della sua incisività e dell’attitudine al comando.
Sta tutta in questo strano risvolto infatti la particolarità dell’intera storia che, pur imbastita secondo dei canoni tradizionali e seguendo uno sviluppo del tutto lineare e scorrevole, si distingue per l’originalità che scaturisce dalla predominante figura di Quercia Rossa, il vero e proprio protagonista di tutte le 220 tavole con la sua astuzia e la sua letalità a dispetto dell’età avanzata. A rendere ancor più memorabile la sua figura c’è poi l’espediente simbolico dell’abitudine a raccogliere le frecce scagliate dai nemici da usare poi contro loro stessi al momento di saldare i conti.
Il dittico di albi offre dunque un racconto movimentato e di puro intrattenimento, scritto con i giusti ritmi e con dialoghi serrati ma senza trascurare introspezioni come quelle sul giovane guerriero Kimy che subisce il fascino di Chogan e per certi versi, nelle tavole conclusive, ne raccoglie l’eredità: non stupirebbe affatto tra qualche anno ritrovarlo in una sceneggiatura di Ruju.
È stato il giusto “intermezzo” ricreativo collocato tra due eventi, la colossale epopea tra i mari artici di Boselli che l’ha preceduto e l’avvento, o per meglio dire l’attesissimo ritorno del più letale tra i nemici di Tex e sua vera nemesi, già in edicola in questi giorno nell’albo numero 738 sulla cui copertina fa capolino il diabolico sguardo di Mefisto.
Anche in questa seconda metà dell’avventura Giuseppe Prisco conferma la sua continua crescita con un tratto che è sporco al punto giusto per raffigurare storie western tra praterie e villaggi. Prisco è complessivamente alla terza prova su Tex dopo lunghi trascorsi sulle pagine di Zagor, ma ha saputo dimostrare una crescente padronanza anche delle atmosfere: per convincermi definitivamente sarà sufficiente da parte sua, almeno per il Tex che immagino io, cesellare la sua espressività per renderla più dura e granitica, mentre le raffigurazioni di Kit Carson e degli altri protagonisti soddisfano in pieno le attese.
Qual è il vero e più granitico dei Tex se non quello che Claudio Villa immortala in copertina? In fuga insieme a Quercia Rossa, ed immerso nell’acqua fino alla cintola, fa da monito a chiunque voglia cimentarsi con la sua figura!
Uscita: 08/03/2022
Formato: 16×21 cm, b/n
Pagine: 112
Soggetto: Pasquale Ruju
Sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Giuseppe Prisco
Copertina: Claudio Villa