PRESENTAZIONE
Diretto da Koichiro Ito, che prese parte ll sviluppo di Metal Gear Solid V, e Yasuhito Tachibana produttore della serie The Naked Director su Netflix, il titolo ci propone una storia che si sviluppa nell’arco di tre epoche diverse, indagando su una serie di omicidi avvenuti ogni 5o anni: nel 1922, nel 1972 e nel 2022. Le vicende hanno come comune denominatore la storia della famiglia Shijima.
La giovane Haruka Kagami è una scrittrice di romanzi gialli che si ritrova a indagare su questa fitta trama di intrighi che la conducono a conoscere Eiji Shijima, ricercatore in campo medico. Proprio quest’ultimo le chiede di aiutarlo a comprendere cosa si nasconde dietro il ritrovamento di uno scheletro sotto un albero di ciliegio nel giardino di casa. A legare il tutto sono gli eventi che hanno contraddistinto la famiglia di Eiji e arrivano sino a oggi con una serie di omicidi e misteri.
Mentre Haruka indaga sul passato della famiglia Shijima, il giocatore sarà catapultato attraverso diversi periodi storici insieme alla giovane scrittrice, pronto a risolvere i vari misteri proposti dalla sceneggiatura. L’obiettivo finale è mettere insieme i pezzi di un gigantesco puzzle, al fine di ricostruire un unico, inquietante segreto che coinvolge gli Shijima da oltre un secolo.
Nel gioco Haruka Kagami è interpretata da Nanami Sakuraba, attrice/idol giapponese apparsa in molti drama e film, è nota anche per aver interpretato Sasha nel live action di Attack on Titan mentre Eiji Shijima è interpretato da Yuta Hiraoka, attore piuttosto conosciuto e premiato nella Terra del Sol Levante.
GAMEPLAY
La prima considerazione da fare è che nel gioco esiste una vera e propria strada che da una singola domanda porta alla soluzione, graficamente è stata resa con uno schema fatto ad esagoni. Ogni quesito ha ai suoi lati delle caselle in cui inserire gli indizi ritrovati durante la storia e inserendoli nella giusta posizione si darà il via a delle ipotesi. In questo modo si dirama un percorso abbastanza elaborato che porterà sino alle considerazioni finali del caso.
Non è però sicuro che le deduzioni del giocatore siano corrette, visto che in base ai vari indizi selezionati, si potranno fare diverse ipotesi, più o meno plausibili. Arrivati ad un certo punto del percorso, se si saranno messi in campo tutti gli elementi necessari per risolvere il caso, si potrà tornare al filmato principale per rendere pubbliche le deduzioni o continuare a elaborare teorie per avere un quadro più completo. Arrivati alla resa dei conti bisognerà esporre le proprie deduzioni col rischio di sbagliare: solo se il giocatore sarà stato particolarmente attento a ogni elemento si arriverà alla soluzione del caso.
Se si dovessero commettere degli errori, il gioco ci permetterà di tornare su propri i passi, ma questa scelta andrà a diminuire il punteggio finale. Il sistema è intrigante, ma purtroppo c’è qualche sbavatura. Il sistema di deduzione permette l’inserimento degli indizi solo su strade già segnate. Le meccaniche potevano essere più elaborate e, magari, dare la possibilità di unire elementi errati così da rendere più complicata la ricerca della verità.
Al momento decisivo ci saranno varie ipotesi e bisognerà scegliere quella corretta, ma qualche opzione in più nella creazione della strada avrebbe reso il sistema più intrigante. Sul mercato attualmente è difficile trovare titoli simili, questo genere di giochi erano piuttosto popolari in Giappone, ma non solo, verso la prima metà degli anni ’90 quando uscirono i primi sistemi capaci di riprodurre filmati il FMV (Full Motion Video n.d.r.) Va sicuramente elogiata scelta di tradurre tutti i testi in italiano, con la possibilità di ascoltare il doppiaggio in inglese o quello originale giapponese (preferibile); comunque avere un tipo di gioco sottotitolato in italiano non non era affatto scontato. E’ davvero una gradevole sorpresa.
CONCLUDENDO
The Centennial Case: A Shijima Story è un gioco dai ritmi di gioco abbastanza lenti, ma realizzato con estrema cura nell’allestimento presentando una forma e dei contenuti accattivanti. Non è uno di quei giochi che usa il FMV come fumo negli occhi: gli sviluppatori hanno messo insieme un gruppo di attori talentuosi e ben diretti, inserendoli in un gameplay a metà tra visual novel e avventura investigativa. Il gioco ricorda la saga Gyakuten Saiban (Ace Attorney in occidente n.d.r.) soprattutto nelle fasi dedicate alla ricerca di indizi e la stesura di ipotesi.
Talvolta il ritmo di gioco indugia fin troppo sui filmati e sulla vasta gamma di formulazione delle ipotesi che finiscono per depistare il giocatore ma, il risultato finale, al netto di alcune imperfezioni è un’avventura ben sceneggiata e affascinate.