Tony Tammaro, che tutti abbiamo amato a partire dalla sua fatidica hit “Patrizia” (la Reginetta di Baia Domiziano) e che ha portato la sua chitarra e la sua musica anche fuori dal nostro Paese, facendo sold out a Londra e Barcellona, è da sempre il cantore e il cultore della “tamarraggine” e con i suoi brani ironizza, più o meno bonariamente, sui tic e sui vezzi dei tamarri, ossia di coloro che imitano lo stile di vita delle “classi alte” senza poterselo permettere, né economicamente né culturalmente.
Incontriamo Tony Tammaro al termine di una delle cene spettacolo che, con grande successo, sta proponendo al suo pubblico.
Tony, sulla tua pagina Facebook, nella sezione “ Genere musicale” hai scritto “musica antidepressiva”, cosa intendi con quest’espressione?
All’inizio la mia musica era definita come “ tamarra” ma questo termine mi andava stretto, cosi ho deciso di definirla “antidepressiva”, siccome è “scientificamente” provato dalla gente e da me che mettere un mio disco fa essere felici e fa passare la depressione.
Il tuo mestiere ancora ti diverte, dopo tanti anni di carriera?
In realtà mi diverto molto più ora, perché all’inizio il pubblico era molto freddo perché ancora non mi conosceva, quando ha imparato a conoscermi, tutto è diventato più bello. Infatti è bello vedere che, dopo tanti anni, il pubblico mi sia così affezionato. Durante i miei due ultimi concerti a Londra e Barcellona, tutti in sala cantavano le mie canzoni a memoria. Queste sono soddisfazioni.
Mai subite discriminazioni nel mondo della musica per essere napoletano?
Mai avuti problemi di questo tipo, anzi quando giro l’Italia, tutti mi dicono “che bello che sei napoletano”!
Quali sono i progetti futuri?
Ho deciso di fare come i The Beatles, che al decimo album si sciolsero, a me ne mancano altri due, e poi mi ritiro…entro quest’anno uscirà il nuovo disco. Ultimamente sono anche stato interprete del film “La parrucchiera” di Stefano Incerti e sarò anche in un’altra pellicola, dunque mi divido tra dischi, film e concerti all’estero.