Unione Europea vorrebbe una standardizzazione degli strumenti per caricare smartphone e tablet, in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale e riduzione dei rifiuti elettronici mentre Apple sostiene che uniformare i caricabatterie significhi frenare l’innovazione.
Il caricatore universale, chiesto e ottenuto dall’Unione Europea ormai 10 anni fa, non ha avuto il successo sperato: i rifiuti elettronici sono aumentati: si stimano 12 milioni di tonnellate di RAEE entro il 2020 nell’Ue, a fronte di 50 milioni generate a livello globale ogni anno.
Apple, Google, Lenovo, Lg, Motorola, Samsung e Sony avevano concordato volontariamente nel 2018 di standardizzare una qualche forma di ricarica da Usb-c entro il 2021. Attualmente ci sono tre tipologie di caricatori: micro Usb, Usb-c e Lightning. I primi due sono utilizzati da Android e il terzo da Apple.
Roza Thun und Hohenstein, vicepresidente della commissione per il mercato interno del Parlamento Europeo, ha affermato:
“la quantità di caricatori gettati via ogni anno è inaccettabile”. All’ultima plenaria, l’europarlamentare, sottolineando la necessità di agire nel settore, ha chiosato: “Nonostante il caricatore sia molto piccolo, il problema per l’ambiente è molto grande”.
Apple in una nota ha specificato che:
“Crediamo che questa regolamentazione che forza la conformità dei caricatori per tutti gli smartphone soffocchi l’innovazione anziché incoraggiarla e soprattutto danneggi i consumatori europei e tutta l’economia”
Essere costretti a utilizzare uno standard comune ridurrebbe il profitto dell’azienda di Cupertino. l’azienda si rifugia ancora nella volontà di offrire un servizio orientato al cliente:
“Speriamo che la Commissione continuerà a cercare una soluzione che non impedisca all’industria di portare al cliente nuove e entusiasmanti tecnologie”.