Fermati dalla pandemia, slittati, attesi, gli autori e le autrici italiane si riprendono la scena che gli è stata sottratta dal Covid 19, in autunno.
Il grande ritorno alla narrativa di Susanna Tamaro con un romanzo attesissimo per il 17 settembre: “Una grande storia d’amore” (Solferino). Per il nuovo ed inaspettato lavoro della Tamaro, si è disputata una vera gara tra illustratori europei per la copertina che si configura come l’evento letterario dell’autunno dato che l’autrice bestseller di “Va’ dove ti porta il cuore” aveva deciso il ritiro dalla vita pubblica. Narra di Edith e Andrea, una giovane un po’ trasgressiva e un capitano molto rigoroso, si incontrano per caso su un traghetto, tra Venezia e la Grecia. Un evento minimo dei tanti di cui è fatta la vita. Ma la loro cambia per sempre. Dapprima c’è il rifiuto: come possono, loro così diversi, sentirsi attratti una dall’altro? Una storia semplice eppure deflagrante, che ci pone domande fondamentali: sui legami che forgiamo tra le anime, sulla nostra capacità di cambiare, sul destino che unisce e separa. Quando ci sembra di aver perso la capacità di stupirci, cercare la luce, prenderci cura, è il cuore che tace o solo noi che non lo sappiamo ascoltare?
Claudio Magris ci porterà invece tra Patagonia e Araucania con “Croce del Sud- Tre vite vere e improbabili” (Mondadori) dove l’antropologo e linguista Janez Benigar, avventuriero, gaucho e uomo di famiglia, divenuto araucano e patagone senza mai dimenticare la sua patria slovena, geniale e balzano studioso di lingue e civiltà perdute e architetto di comunità utopiche. Il folle avvocato francese Orélie-Antoine de Tounens che si proclama re di Araucania, un regno che non c’è, in un melodrammatico vaudeville che diventa grottesca, tragica e nobile battaglia per la libertà. La monferrina Suor Angela Vallese, che con femminile coraggio, concretezza e spirito d’avventura dedica la sua intera esistenza agli indigeni sfruttati e massacrati della Terra del Fuoco. Quest’ultima storia si spalanca su un paesaggio inumano, gelo antartico, tempeste di venti solari e vuoto: abisso cosmico che risucchia nel nulla.
Mentre è un libro documentario unico “La vita salvata. Conversazioni con Giovanna Stanzione” (Mondadori) di Raffaele La Capria, un’intensa confessione tra capisaldi della letteratura e riflessioni su ciò che ci rende umani. In dodici capitoli che alternano segmenti narrative a passaggi dialogati, Raffaele La Capria, intervistato dalla giovanissima Giovanna Stanzione, distilla la sua esperienza di uomo, letterato e romanziere. Tanti i temi che queste pagine toccano: dalla costruzione della propria identità come uomo e come scrittore, alla conoscenza del mondo attraverso l’intuizione poetica e lo stupore della lettura; dal rapporto tra la nuova letteratura e la tradizione, ai romanzi amati; dalla falsa buona letteratura, ai libri riusciti e non riusciti; alla funzione della letteratura come memoria, al suo ruolo nel mondo contemporaneo; dalla “ferita” che origina la vocazione letteraria, alla morte di uno scrittore; dalla scena letteraria italiana di oggi, ai suoi mutamenti nel tempo.
Tra le novità, torna con un nuovo capitolo della saga della famiglia Peruzzi, Antonio Pennacchi ne “La strada del mare” (Mondadori) in cui racconta gli anni Cinquanta delle paludi Pontine. Otello, Manrico, Accio, e tutti i figli e le figlie di Santapace Peruzzi e di “zio Benassi”, crescono negli anni del boom economico, mentre Littoria diventa Latina, e si sviluppa, si dirama, si spinge fino al mare, grazie a quella “Strada del mare” per costruire la quale Otello si spezzerà la schiena, che legherà Latina allo scenario splendido e maestoso del Mediterraneo, del lago di Fogliano e del promontorio del Circeo, e che sarà poi percorsa, oltre che dagli abitanti delle paludi pontine, dai grandi nomi della storia italiana e internazionale di quegli anni, tra cui Audrey Hepburn, e John e Jacqueline Kennedy.
A dieci anni da “Bianca come il latte, rossa come il sangue” Alessandro D’Avenia ne “L’appello” (Mondadori) riprende il discorso sulla scuola come esperienza unica in cui crescere incontrare i propri limiti e diventare le persone che vogliamo essere. Uno dei protagonisti è Omero Romeo, 45 anni e gli occhiali da sole sempre sul naso, è chiamato come supplente di Scienze in una classe che dovrà affrontare gli esami di maturità. Una classe-ghetto, in cui sono stati confinati i casi umani della scuola. La sfida, perduta in partenza per qualsiasi professore, è ancora più assurda per Omero, che è cieco.
Di Antonio Scurati, arriva a settembre il secondo capitolo della trilogia dedicata a Mussolini e agli anni tragici del fascismo, “M. L’uomo della provvidenza” (Bompiani), dalle “leggi fascistissime” del 1925 alla grande Mostra con cui nel 1932 il fascismo celebra se stesso. Il cammino di “M. Il figlio del secolo“ prosegue qui in modo sorprendente, sollevando il velo dell’oblio su persone e fatti di capitale importanza e sperimentando un intreccio ancor più ardito tra narrazione e fonti dell’epoca.
Di Valeria Parrella esce “Quel tipo di donna” (HarperCollins), una storia di amicizia, solidarietà e femminismo che vede quattro amiche su una vecchia Mercedes bianca attraversare, in un afoso agosto, una Turchia in pieno Ramadan. Thelma e Louise al quadrato, insomma.
Di Gianrico Carofiglio esce un libro particolare: “Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e di altre cose” (Feltrinelli) in cui invita a trasformare la paura in uno strumento per cambiare. Quello su cui le vicende odierne ci portano a riflettere è che bisogna affrontare la vita accettandone l’ignoto, che si tratti di politica o di epidemie. Bisogna affrontare il rischio prendendo tutte le precauzioni sensate ma non quelle insensate, generate da un bisogno immaturo e pericoloso di governare l’ingovernabile, cioè l’incertezza. Non bisogna lasciare che la paura diventi una forza incontrollabile e distruttrice, ma trasformarla in uno strumento per cambiare le cose.
Simonetta Agnello Hornby ci regala un nuovo episodio della trilogia siciliana in “Piano Nobile” (Feltrinelli) in cui racconta attraverso le avventure, gli amori e le rovine della famiglia del barone Enrico Sorci, la Palermo del 1942 e della metà degli anni Cinquanta. l’autrice sgomitola storie che sono anche episodi della storia di tutto il Paese e dilatano quella capacità di allacciare la visione d’insieme e la potenza del dettaglio, che i lettori hanno già imparato a riconoscere in “Caffè amaro”.
Attesissimo Maurizio De Giovanni con “Troppo freddo per settembre” (Einaudi Stile Libero), nuovo capitolo della serie dedicata alla detective Mina Settembre, ambientata nei quartieri spagnoli.
Andrea De Carlo torna con “Il teatro dei sogni”(La nave di Teseo) che vede l’inviata di un fortunato programma televisivo, sul punto di morire soffocata da una brioche, venir salvata da un affascinante archeologo che le rivela di aver riportato alla luce un importante sito. Quando si diffonde la notizia si scatena una furiosa competizione.
Sono tanti i big che arrivano in libreria al ritorno dalle vacanze. Settembre sarà sicuramente un interessante inizio.