Le app. Applicazioni (Mobile). Se ne sviluppano ogni giorno per ogni evenienza.
Ormai ne inventano una più del diavolo. Ci sono app. per ogni cosa anche una per usare le app.
APP..ena ho letto questa notizia: “ un algoritmo legge l’orientamento sessuale sul volto. Il controverso studio di Stanford “, mi sono documentato ed ho pensato di scriverci sopra un articoletto.
Trattasi di una sorta di gay radar digitale. Si chiama VGG FACE e nasce da uno studio che riguarda la stretta correlazione tra orientamento sessuale e tratti somatici. Una semplice foto passata “sotto agli occhi” della app. sarebbe in grado di dirci se una persona è gay o meno, pare sia attendibile nell’81% dei casi.
Non avrete nemmeno bisogno più di fare coming-out e non avrete neanche il tempo di tutelare la vostra privacy, ammesso che oggi tra i social ed altro ne abbiate ancora una. Siamo tanti libri aperti leggibili da chiunque senza controllo.
Il sistema è molto complesso e parte dalla scannerizzazione di migliaia di foto prese da siti di appuntamenti e confrontate tra loro, creando dei sotto gruppi. Se si riscontrano caratteri facciali comuni a più persone gay dichiarate, questi finiscono in un “paniere di dati di riferimento” e viene analizzato dalla app. Fatto ciò se la foto della persona ritratta ha più di un carattere comune a quelli conservati nel suddetto paniere viene classificata come gay. Un po’ come il paniere di beni utilizzato dall’istat per l’aumento dei prezzi. Funge da valore comparativo.
Quindi se la app. funziona davvero, i gay hanno dei tratti facciali in comune? Quali sono?
Sempre in base allo studio dei creatori della app. i gay avrebbero in genere un’ apparenza più femminile degli eterosessuali, e si riscontrano tra le caratteristiche più in comuni: nasi più lunghi, fronte alta e mascella affusolata.
Si è fatta anche la prova contraria facendo visualizzare ad un campione di persone le foto di uomini e donne e provando a fargli indovinare a quale orientamento sessuale apparterrebbero. Il cervello umano ha indovinato solo nel 61% dei casi. Da ciò dovremmo dedurre che l’algoritmo è più attendibile degli uomini, riesce ad individuare e notare particolari rilevanti che a noi sfuggono.
Ancora, se fossero i tratti fisici a definire l’orientamento sessuale entrerebbe in gioco il DNA e la sua composizione che influenzerebbe ancora prima di nascere l’orientamento di ognuno già in fase embrionale, per poi svilupparsi grazie ai fattori ambientali e culturali che ci circondano.
Siamo davanti ad un regresso più che a un progresso. Che utilità può avere? Forse operazioni di marketing, creare target di riferimenti per prodotti? E dov’e la privacy? Tutti hanno una foto in rete.
Fortunatamente questa applicazione non è perfetta e non tiene in considerazione le infinite sfumature della sessualità, della bisessualità, delle teorie gender.
Staremo a vedere.
…………(App)erbacco……….Come direbbe, forse oggi, l’immortale TOTO’