Grande prova di forza del Napoli di Luciano Spalletti, che vince in rimonta 4-1 a Varsavia e si prende anche il primato del Girone C di Europa League a due giornate dal termine.
Un successo che porta con sè tante note positive, a partire dal fatto che gli azzurri (ancora in versione “romanista”) siano riusciti ad imporsi nonostante ben 7 giocatori lasciati a casa, tra cui alcuni pezzi da 90 del calibro di Osimhen, Insigne e Fabian.
Vanno sottolineate per l’ennesima volta la capacità di ribaltare un match in salita, con i padroni di casa subito in vantaggio ed autori di un pressing asfissiante per tutto il primo tempo, spinti da un pubblico caldissimo.
Il Napoli ha comunque preso il controllo dell’incontro con l’ormai consueta autorevolezza, e dopo aver sfiorato il pareggio nella prima frazione è dilagato nella ripresa, capovolgendo il risultato con due rigori trasformati da Zielinski e Mertens, e suggellando la vittoria con il gol di Lozano e la perla di Ounas.
Il belga ed il franco-algerino, firmando le loro prime reti stagionali, portano a 12 il computo degli azzurri a segno tra campionato e coppa, confermando la qualità e la profondità della rosa a disposizione di Spalletti.
Il tecnico di Certaldo sta dimostrando con i fatti che con questa rosa è assolutamente possibile affrontare con successo due competizioni, anche facendo fronte ad assenze pesanti, a differenza di quanto asserito da chi scaldava la panchina del Napoli lo scorso anno.
Prima della nuova sosta per gli impegni delle Nazionali, i partenopei sono attesi da un ultimo sforzo oggi pomeriggio (ore 18) contro il Verona ammazzagrandi di Igor Tudor, autentica sorpresa di questo inizio di stagione.
Gli scaligeri, dall’arrivo dell’ex vice di Pirlo alla Juve al posto di Di Francesco, hanno iniziato letteralmente a volare, predicando un calcio coraggioso ed offensivo, molto diverso da quello praticato fino allo scorso anno da Juric.
Grazie soprattutto a dei primi tempi arrembanti ed alla straordinaria vena realizzativa del Cholito Simeone (già giustiziere del Napoli di Sarri), i gialloblu hanno già battuto al Bentegodi Roma, Lazio e Juventus, sfiorando il colpaccio con il Milan a San Siro, dove si sono fatti rimontare due reti di vantaggio.
Partita, insomma, per nulla facile per il Napoli, che però recupera alcune pedine importanti: Insigne, Osimhen e Fabiàn hanno svolto regolarmente gli ultimi allenamenti, e tornano quindi a disposizione.
Proverà a recuperare fino all’ultimo anche Manolas, per consentire a Spalletti di avere almeno un’alternativa in difesa, dove per la prima volta quest’anno mancherà Koulibaly, appiedato dal giudice sportivo dopo l’espulsione di Salerno.
In vista della sosta, è probabile che almeno inizialmente Spalletti si affidi a chi ha giocato più spesso, confidando nelle cinque sostituzioni per sfruttare le tante armi a disposizione in panchina.
Tornerà quindi tra i pali Ospina, mentre in difesa Juan Jesus (positiva la sua prova a Varsavia da esterno) affiancherà Rrahmani, con Di Lorenzo e Mario Rui ai loro fianchi.
Fabiàn guiderà il centrocampo con Anguissa e Zielinski ad agire da mezzali, mentre il tridente offensivo dovrebbe essere composto da Osimhen, Insigne e Politano.
Inutile sottolineare quanto conti per il Napoli questa sfida: oltre alla possibilità di restare in vetta, gli azzurri hanno infatti anche l’occasione di farsi perdonare quanto successo nell’ultimo ed oramai famigerato Napoli-Verona.
L’1-1 dello scorso 23 Maggio, ultimo lascito dell’era Gattuso, ha estromesso i partenopei dalla Champions League a vantaggio della Juventus, ed è una ferita ancora aperta per i tifosi.
Tralasciando le assurde teorie su combine, truffe o ipotetici complotti orditi dai giocatori per boicottare la società (danneggiando in primis loro stessi), quel doloroso epilogo sembrava aver sancito in modo definitivo l’incapacità di questo gruppo di farsi trovare pronto nei momenti cruciali.
L’avvento di Spalletti ha frantumato queste convinzioni, almeno finora: in questo inizio di stagione l’ex allenatore della Roma, oltre a dare organizzazione tattica e varietà di gioco alla squadra, ha saputo infatti lavorare soprattutto sulla testa dei suoi giocatori, facendo crescere in loro la consapevolezza dei propri mezzi e la capacità di sfruttarli fino in fondo.
La partita con il Verona, in tal senso, è il banco di prova forse definitivo, visto che il Napoli dovrà combattere con i propri fantasmi prima ancora che con gli avversari.
Serve dunque un’altra vittoria, per vendicare l’onta dello scorso Maggio e scacciare via i vecchi incubi, continuando invece a rincorrere un sogno sempre più concreto.