Come quasi tutti i grandi artisti di sempre, anche per Carlo Verdone è arrivata la fase autobiografica. Già iniziata con dei libri pubblicati in passato dallo stesso regista, questa fase scaturisce adesso in una serie tv: un misto tra fantasia e realtà composta da 10 brevi episodi e distribuita da Prime Video il 5 novembre di quest’anno. Sì perché l’arte cinematografica è da considerarsi un’arte vera e propria, al pari della scrittura, della pittura e della scultura, più utilizzate nei secoli precedenti durante i quali la recitazione era una caratteristica solo degli attori teatrali, anch’essi considerati da sempre veri e propri artisti. Non è un caso che i più grandi attori di cinema nascano in contesti teatrali, così come lo stesso Verdone, ma anche come tanti altri che hanno fatto la storia del cinema italiano, come il grandioso e da poco scomparso Gigi Proietti. Attori di questo calibro non ne sono rimasti in vita ancora molti, e forse Carlo Verdone rappresenta uno degli ultimi pilastri appartenenti ad un’epoca ormai passata, un cardine fondamentale appartenente al cinema del secolo scorso e dal quale non vorremmo mai distaccarci; ed è per questo che, forse, ai nostri occhi il grande Carlo Verdone appare sempre abbastanza giovanile e probabilmente nessuno di noi gli darebbe l’età che effettivamente ha. Nato il 17 novembre del 1950 l’artista ha quindi quasi 71 anni, e la sua vita è stata ricca di successi e continua ad esserlo. Cognato del famoso Christian De Sica, che ha sposato sua sorella e che alle scuole superiori era suo compagno di banco, Verdone ha condiviso pochissimi film coi suoi affetti più cari; lo stesso Max Tortora, presente nella serie nel ruolo di sé stesso nonché migliore amico di Carlo, in un certo senso rinfaccia a quest’ultimo il fatto di non essere quasi mai stato coinvolto nei film diretti da Verdone.
Attore e regista allo stesso tempo, Carlo vive nella perenne ansia di dover compiacere gli altri, dimenticando quindi quali sono i suoi reali desideri; le sue giornate trascorrono tra una pretesa ed un’altra, tutte rivolte a lui e tutte provenienti da chi gli sta intorno: a partire appunto dal suo migliore amico fino ad arrivare alla sua ex moglie, con la quale suo malgrado si finge ancora sposato per non far dispiacere la madre di lei, ai figli ed al genero, alla governante e perfino alla gente comune che non lo conosce realmente. Sì perché la vita di Carlo è priva di privacy e piena di selfie, di persone che gli chiedono autografi, favori e soldi, come se lui fosse più fortunato di tutti gli altri e quindi fosse obbligato a non dire mai di no. Effettivamente la sua vita viene descritta come lussuosa, come si percepisce dalle immagini della sua stupenda dimora in un quartiere residenziale di Roma; quello che però vuole farci capire Carlo è che ciò che lui ha guadagnato è frutto del suo talento e del duro lavoro, e che non è soltanto quindi dovuto alla fortuna. Anzi nel suo “impero” ormai Carlo si sente solo, i figli hanno preso la loro strada e chi gli sta intorno è spesso soltanto spinto da interessi nei suoi confronti, come il fantomatico presidente della Regione Lazio che lo costringe ad accettare la candidatura a sindaco di Roma solo perché Carlo, notoriamente grande amante della sua città, riuscirebbe ad ottenere molti voti; successivamente ad uno scandalo mediatico, però, lo stesso politico non si fa scrupoli a sostituirlo immediatamente, abbandonando Carlo a sé stesso in un mare di diffamazione. Verdone ci presenta un Carlo che non trova mai pace, che conserva il sogno di diventare un regista di film d’autore e di abbandonare definitivamente il genere comico e l’immagine di attore caratterista che lo ha imprigionato ormai da troppi anni; un artista che vorrebbe scoprire il genere drammatico ma che non ci riesce, perché il pubblico vorrebbe vederlo per sempre nei panni dei personaggi che di lui hanno fatto la storia, ma che sono ormai morti nell’animo del protagonista. Consigliato!