L’espressione artistica a Napoli, la trovi ovunque, come se nel DNA ci fosse una splendida imperfezione che rende ogni nativo un’opera d’arte a sé. L’arte la trovi nel linguaggio, nelle espressioni, fra le bancarelle, tutto quello che è vita quotidiana,nella nostra città, diventa uno spettacolo unico al mondo. Luca Carnevale, che abbiamo avuto il piacere di conoscere, non fa eccezione di questa regola tutta partenopea, il suo modo di parlare, il suo entusiasmo nel spiegare il suo viaggio artistico, le sue espressioni, potrebbero tranquillamente essere esposte in un museo, come simbolo della napoletanità. Un ragazzo che ha deciso di lasciare tutto alle spalle e iniziare un percorso per esprimere i suoi stati d’animo, rappresentare con il disegno una Napoli viva, accesa, piena di problemi, ma sempre pronta a rialzarsi. Un’artista che attraverso ai suoi lavori racconta una storia, uno stato d’animo o semplicemente la sua visione del mondo. Con tratti semplici e genuini, Luca Carnevale racchiude nei suoi lavori un variopinto mondo di parole impresse su di una tela, abilmente nascosto e confuso dietro un disegno, incarnando alla perfezione quella che dovrebbe essere l’idea di Arte.
Salve Luca raccontaci il tuo approccio con l’arte, come mai questa scelta di vita, come nasce l’artista Luca Carnevale?
Prima di tutto un saluto a tutti i lettori e un grazie a Senza Linea che mi ospita. Passando alla domanda, In realtà non è stata una vera e propria scelta, da che ricordo ho sempre disegnato, forse il disegno è stata l’unica costante della mia vita, forse è la mia vita. Ho provato pure a fare altro, ma nient, nun è stat cosJ. L’approccio dunque è stato abbastanza naturale, in particolare ho iniziato come tutti, partecipando a qualche mostra collettiva, facendo qualche mostra personale e tante collaborazioni a progetti editoriali, sino ad arrivare ad oggi, e a tutte le volte che ho avuto la fortuna di partecipare a tante belle iniziative.
Quando si parla di pittura, subito la mente l’associa ai classici Caravaggio,Brunelleschi,o i più “moderni” D’Alì e Klimnt, cosa è Arte oggi?
Diciamo che oggi l’arte è quella di sempre, solo che sono cambiati i mezzi con cui esprimerla, o meglio se ne sono aggiunti di nuovi ai tradizionali, fortunatamente. Per’ altro io credo che non solo le discipline figurative, letterarie e musicali siano da considerarsi artistiche; nello specifico credo che l’arte sia data dall’individuo, dalla persona che poi la esprime attraverso l’attività che più gli è congeniale, sia essa un fumetto, una canzone, una poesia, uno sport, piuttosto che anche una professione o un mestiere. Quello che invece, per fortuna è cambiato, è il maccanismo attraverso il quale si diffonde il prodotto artistico e la sua fruizione. Oggi una persona, per fortuna, con tutti i network che ci sono, ha una grandissima varietà di artisti da conoscere! Cosa che fino a qualche anno fa impensabile, perchè la gestione della proposta degli artisti (quindi della loro visibilità), sia affermati che emergenti, era appannaggio solo di pochi, di tanti piccoli monopoli, che ora non hanno più ragion d’essere!
I tuoi disegni sono dei racconti rinchiusi in una tela, come nascono i tuoi lavori?
Nascono camminando per le strade di Napoli. E’ molto facile a Napoli fare qualcosa di creativo (parola quest’ultima sopravvalutata, non si crea nulla ovviamente), perché nella mia città non devi cercare le idee per il tuo lavoro, ma sono loro che ti saltano addosso! Basta per esempio andare a prendere un caffè a spaccanapoli. Per il resto i miei lavori sono molto semplici, a volte disegno le cose brutte della vita e ci metto una nota sarcastica J, altre disegno le cose belle della vita e ci metto una nota sarcastica J.
Abbiamo apprezzato alcuni tuoi lavori in cui personaggi famosi napoletani sono disegnati come supereroi, perché questa scelta?
Nasce dall’amore della mia terra, dalle sue tradizioni con le quali tutti noi siamo cresciuti, rappresentate da tantissimi artisti, grandissimi, immensi direi. Per noi napoletani questi sono dei veri e propri eroi, che per le emozioni e la gioia, a volte anche la salvezza che ci hanno dato, non hanno nulla da invidiare ai supereroi americani, per questo rappresento i nostri beniamini vestiti come eroi Marvel, DC etc. E’ anche un modo per sdrammatizzare sulla figura epica dell’eroe, del suo status di Super. Infatti i miei sono semplicemente degli Humanhero.
C’è un’opera che ti piacerebbe aver dipinto?
Wuaaa tutte quelle che vedo e mi piacciono!
Da qualche anno è in voga la “Street Art” solo moda o l’espressione artistica sta cambiando ancora?
La Street Art non è “moda”, ma un “modo” di vivere, uno stato mentale! Non tutti sono capaci a farla, ma quelli che riescono sono fantastici, vedi Jorit, Blu, Space Invader, D – Face e tanti altri, fanno delle cose eccezionali. La Srteet Art è una figata e come ogni cosa figa viene copiata, e per l’appunto oggi, direi che va di moda copiarla, male.
Progetti futuri?
Pittare- pittare e pittare J, in particolare porterò avanti il progetto Humanhero, ci sarà una ulteriore evoluzione, in particolare delle iniziative con delle Associzioni, una mostra – appena riesco a finire i quadri – , diverse copertine di libri, una bella collaborazione con un mio caro amico, Nando De Stefano, che mi ha coinvolto nel suo bel progetto NAPLEZ, e non ultimo un sogno che si realizza, un fumetto Humanhero, a quattro mani con il bravissimo scrittore (nato per la sceneggiatura) Armando Grassitelli, una vera fortuna averlo incontrato! Senza di lui forse non avrei mai iniziato questa cosa.
Grazie di tutto.