Il 25 Luglio in alcune sale italiane apparirà il film “Army of one”, in italiano “Io, Dio e Bin laden”, che vede protagonista Nicholas Cage.
Senza ulTeriori indugi procediamo alla recensione, articolata in quattro punti.
1 – La trama
Gary Faulkner è un personaggio molto caro alla cronaca americana, in quanto non solo realmente esistito, ma protagonista di vicende che romanzate o meno, hanno del bizzarro.
Il tuttofare americano, estremamente patriottico e con evidenti disturbi mentali, si recò tra il 2002 e il 2010 più di 11 volte nei monti Pakistani per cercare il covo dell’acerrimo nemico americano, capo di al-Qāʿida.
Un personaggio sicuramente molto controverso che ha trovato il suo posto sul grande schermo.
Infatti la trama verte proprio sui primi viaggi di Gary e della sua permanenza in Pakistan. Tuttavia il film non riesce a rendere bene la storia: numerosi sono i buchi di trama e numerose anche le imprecisioni. Parliamo sempre di una commedia, ma non si può lasciar passare tutto.
2 – La comicità
Il primo ostacolo di una commedia è sempre la prima reazione del pubblico. E questo è un film che tra i suoi punti di forza non annovera certo l’impatto, comico o tragico che sia, che ha sullo spettatore. Comicità banale, quasi spicciola, che cerca di imitare forse alcune scene del Grande Lebowski, ma fallendo decisamente. Nemmeno la figura di Gesù, che appare diverse volte durante lo svolgimento dei fatti, riesce a strappare un sorriso pieno; Ma è un giudizio troppo severo che forse molti appassionati della commedia condivideranno, molti appassionati che sono decisamente abituati ad altri registri e altri livelli.
3 – La recitazione
Nicholas Cage, l’interprete di Gary, si è trovato davanti a una prova assai difficile: rendere giustizia ad un personaggio storico (ancora in vita) come Gary Faulkner, estremamente controverso, con un modo di parlare davvero particolare. Infatti i suoi discorsi, negli estratti dalle interviste, sono molto esuberanti e il suo accento trasmette qualcosa tra allegria e inquietudine.
Lo sforzo di Cage è apprezzato dalla critica americana che ha apprezzato il film in lingua originale. Molti sono stati gli studi dell’attore hollyoodiano per cercare di emulare una parlata così asimmetrica ed espressiva. Caratteristica che chi vedrà il film in italiano non potrà certo cogliere.
4 – la regia
Larry Charles annunciò nel 2015 di voler fare un film sulla vita di Gary, ingaggiando Nick Cage.
Non è certo una regia degna di nota, in quanto intere scene rasentano il noioso, cosa tremenda per un film comico, e in più i vuoti di trama non sono compensati con sulla. Il lavoro di sceneggiatura è pessimo, e ne risente molto l’impatto, come già detto nullo, che il film ha sullo spettatore.Insomma non è stata affatto una prova convincente. Si salvano solo forse alcune parti più drammatiche, come i dialoghi tra il cristo e il folle avventuriero, proprio sulla religione. Discorsi che comunque non raccontano niente di nuovo e che non sono raccontati nel migliore dei modi. Insomma una buona idea, forse però così anacronistica che noi oltre l’atlantico non riusciamo a cogliere in pieno le sfumature di questo ambiguo personaggio molto caro alla tradizione a stelle e strisce.