Trama: Carola vive una vita tranquilla, a tratti noiosa, scandita dai ritmi lenti della provincia piemontese. Lotta con tutte le sue forze per mostrarsi al mondo come una donna forte e serena, ma ogni giorno deve fare i conti con un dolore assordante che non riesce a superare. La sua più grande passione sono i viaggi, e sarà proprio durante un viaggio, tra i ritmi calienti e i colori sgargianti del Messico, che la sua vita cambierà rotta, forse per sempre. A trascinare Carola nel centro più profondo della sua essenza, una misteriosa donna che con leggerezza e determinazione, scava a fondo nel suo cuore fino a riportare a galla un sorriso ormai da troppi anni spento. Tre settimane. Questo il tempo concesso a entrambe per mettersi in discussione e conoscersi per ciò che realmente sono. Una storia d’amicizia e d’amore che si muove vorticosamente coinvolgendo le due protagoniste fino alla decisione finale: lasciare tutto per ritrovarsi e scegliere di essere finalmente felici.
Casa Editrice Kimerik
Recensione: Quella raccontata dalla Babbo è la storia di Carola, una donna di oltre trent’anni che durante una vacanza in Messico scopre, non senza stupore, la sua omosessualità. Un racconto narrato con grande delicatezza dove la psiche della protagonista è il fulcro della storia. Non è facile per una donna scoprire ciò che vuole realmente in età non certo adolescente. Carola, inizialmente, viene risucchiata dal ciclone Elettra, ne è ammaliata e si lascia trascinare da lei in maniera del tutto irrazionale, ma quando riposa i piedi per terra verrà assalita dalla paura, dai dubbi, dalla confusione, per poi capire, senza poche remore che lei è così ed è inutile opporsi alla rivelazione. Un viaggio verso se stessa che giorno dopo giorno le darà quelle risposte che inizialmente non riusciva a trovare.
Benchè la storia sia narrata molto delicatamente non sono riuscita ad appassionarmi totalmente, forse per la prosa un po’ troppo poetica e costruita laddove avrei preferito che l’autrice avesse optato per scrivere più “di pancia” e dare meno peso allo stile, forse così l’avrei sentita più veritiera e spontanea. Anche i dialoghi li ho trovati spesso affettati ed artificiosi. Un vero peccato, ma ovviamente è il mio punto di vista, dato che la storia affonda le radici nella quotidianità, è la scoperta dell’amore non come in un romance, ma l’amore qui viene costruito, parte dall’amare in primis se stessi e successivamente l’altra.
Lucia Babbo, salentina con origini abruzzesi, nasce a Lecce, dove tuttora risiede, nel 1962. Dopo la maturità scientifica, prosegue gli studi laureandosi in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università del Salento e supera con successo l’esame di abilitazione all’insegnamento, ma la sua esperienza nel mondo scolastico dura poco e così per alcuni anni lavora nell’azienda di famiglia. Non abbandona tuttavia la passione, coltivata sin dai primi anni Novanta, per la scrittura e per la poesia in particolar modo. A partire dal 2014 infatti, pubblica la sua prima silloge poetica, Planate dell’Anima, cui seguono Incedi piano e Perle d’Ebano (ed. Albatros) e nel 2017 pubblica Come edera tra i sassi (ed. Il Raggio Verde). Un percorso letterario costellato di soddisfazioni e riconoscimenti a livello nazionale, fino al 2019, anno in cui decide di entrare nel meraviglioso mondo della prosa raccontando la storia di “Civico 37”.