Nel periodo estivo che sentiamo bombardati dalla pubblicità degli antiparassitari, in particolare quelli che riducono il rischio leishmaniosi, ma di cosa si tratta e come può contrarla il nostro cagnolino?
Il protozoo leishmania è un parassita endocellulare che viene trasmesso da un piccolissimo insetto chiamato flebotomo, molto simile alle comuni zanzare.
Essendo trasmesso da questo insetto, tutelare il cane significa conoscere bene le abitudini del pappatacio: si tratta di un esserino attivo maggiormente di notte che si nutre del sangue di cani, volpi, lupi, ratti e persino dell’uomo.
Durante il pasto viene inoculato il parassita promastigote che entra nel circolo sanguigno dove viene fagocitato dai macrofagi, ma è proprio con questo processo che si “replica” rompendo la cellula “parassitata” e diffondendosi.
Replicandosi nei macrofagi, il parassita stimola continuamente la produzione di antigeni, tanto da innescare una sintomatologia abbastanza caratteristica: la formazione ed il deposito di immunocomplessi che creano un danno renale, vasale ed oculare; l’iperglobulinemia ed infine la produzione di autoanticorpi.
I campanelli d’allarme sono: dimagrimento ingiustificato, apatia/letargia, aumento di volume dei linfonodi, lesioni cutanee con alopecia e desquamazione; se non seguita per tempo, la malattia sfocia velocemente in anemia, insufficienza renale, lesioni oculari, artopatie, vomito, diarrea ecc.
Il periodo di incubazione può essere anche molto lungo ed il decorso della malattia presentarsi dopo un mese o addirittura 3 anni, ovviamente le tempistiche dipendono dalla condizione immunitaria del soggetto.
Una volta eseguito un prelievo ed appurato che il cane sia leishmaniotico il veterinario tratterà la malattia, spesso, arrivando per alcuni periodi anche alla guarigione clinica, ma non all’eliminazione.
È importante sapere che un cane affetto da leishmania funge da serbatoio, pertanto essendo una zoonosi va a maggior ragione trattato con antiparassitari o repellenti.
I flebotomi sono diffusi in tutta Italia, ad esclusione dell’estremo settentrione, quindi utilizzate sempre un antiparassitario (pipetta, compressa, collarino, c’è l’imbarazzo della scelta), il vostro veterinario di fiducia sarà l’unico in grado di indirizzarvi correttamente, parlandovi anche del vaccino attualmente esistente che riduce del 70% il rischio di contrarre la malattia.