Trama: Tra le montagne del Giappone si nasconde un luogo leggendario. Sono tanti coloro che lo cercano, perché si racconta che chi è abbastanza determinato possa riuscire a trovarvi le risposte di cui ha bisogno. Per raggiungerlo basta seguire l’aroma intenso del caffè, varcare la soglia, sedersi e ordinare una tazza fumante. Ma solo chi non lascerà raffreddare la bevanda potrà rivivere l’istante del suo passato in cui ha preso una scelta alla quale continua a ripensare, in cui è rimasto in silenzio quando avrebbe voluto dire la verità, in cui ha dato la risposta sbagliata. Sono pochissimi i fortunati che hanno saputo cogliere l’occasione. Tra di loro ci sono il professor Kadokura, che ha trascurato la famiglia per il lavoro; i coniugi Sunao e Mutsuo, addolorati per la scomparsa dell’amatissimo cane; Hikari, pentita di non aver accettato la proposta di matrimonio del fidanzato Yoji; e infine Michiko, che è tornata nel locale in cui aveva incontrato il padre. Ognuno ha una storia diversa, ma tutti hanno lo stesso sguardo rivolto all’indietro, verso il momento in cui avrebbero potuto agire diversamente. Solo chi ha il coraggio di rievocare quell’istante avrà la possibilità di vederlo sotto un’altra luce e vivere con serenità il presente.
I libri di Toshikazu Kawaguchi sono un appuntamento irrinunciabile per il pubblico italiano. Dopo il successo del bestseller Finché il caffè è caldo, da tre anni in cima alle classifiche, Kawaguchi ci ha donato speranza e spensieratezza, diventando uno degli scrittori più apprezzati dai lettori e dalla stampa. Ora ci regala un nuovo episodio della caffetteria in cui ognuno di noi vorrebbe entrare, ritrovando alcuni personaggi del primo romanzo. Perché c’è sempre un modo per rimediare al primo errore, ma anche al secondo e al terzo. Possiamo sempre riscrivere la nostra vita.
Garzanti
Recensione: Quarto appuntamento con la caffetteria che porta le persone indietro nel tempo, ma bisogna stare alle regole: il viaggio inizia quando il caffè viene versato nella tazza e dura finché è caldo, guai a farlo raffreddare perché se il caffè si raffredda allora si diventa fantasmi e si rimane seduti per sempre al tavolo. Regole che sono ben chiare dal primo libro, ora, essendo arrivati al quarto, trovo eccessivo e ridondante da parte dell’autore precisarle ad ogni capitolo anche di questo volume. Sarebbe bastata una volta, all’inizio della prima storia come memorandum.
La delicatezza e la sensibilità, chiedo perdono ma tant’è, sebbene rimangano immutate e restino le skills di Kawaguchi non possono bastare per continuare all’infinito una specie di saga.
I temi sono legati alla morte, alla perdita, alle mancate occasioni e vengono trattati senza pietismi o disperazioni. E’ un piacere leggere libri così, ma suggerirei allo scrittore di pensare anche a qualche altra cosa, che dimostrasse il suo enorme talento creando qualcosa di diverso.
I “caffè” di Kawaguchi hanno riscosso enorme successo e per tal motivo sugli scaffali delle librerie si possono trovare numerosi tentativi d’imitazione, ma senza la sostanza “giapponese”. I caffè non sono tutti uguali, le miscele sono differenti ed il risultato inesorabilmente cambia.
La caffetteria è un teatro dei sentimenti che apre il sipario su personaggi umani, vulnerabili, pentiti, che vogliono tornare indietro e dire cose, che seppur banali si tende a dare per scontate: ti amo; mi manchi; scusa.
Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo, suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.