Nei bei tempi andati a portare un fazzoletto nel taschino erano i signorotti, adducendosi un tocco di classe elegante e stiloso.
Negli anni ottanta la bandana in testa ti dava un’area da duro pur non essendolo davvero. Capo irrinunciabile per tanti ragazzini.
E da bambini, chi non ha giocato al gioco del fazzoletto in spiaggia?
La bandana è un accessorio che, pur cambiando di colore e fattura, ci ha sempre accompagnato attraverso tutte le mode.
Essa con il tempo ha anche assunto all’interno della comunità gay mondiale un ruolo di “mezzo comunicativo”. Un codice misterioso decifrabile solo da chi fa parte dello stesso gruppo.
Esiste una consuetudine consolidata nel tempo che associa un colore della bandana ad una determinata pratica sessuale. L’insieme di questi colori compongono un codice, il codice Hanky o codice del fazzoletto.
E’ una sorta di messaggio diretto ma silenzioso per far sapere di essere disponibili. Il codice è universale, la pratica può essere definita dal colore della bandana esposta o dal nodo della stessa (nel caso la portiate annodata al collo) per esempio: chi porta il nodo a destra dichiara di essere passivo, a sinistra attivo.
L’idea pare nasca negli anni settanta in America ad opera della comunità LGBT, in un periodo storico non proprio felice, che spinse gli uomini ad inventarsi una sorta di sistema per facilitare gli incontri senza dare troppo nell’occhio.
Sotto è allegata una tabella standard, ma i colori associali alle prestazioni, salvo quelli universali, possono variare da un paese all’altro.
Quindi cari amici, se andate in giro per locali ed avete il vezzo di indossare una bandana o farla penzolare dal taschino dei jeans, perché lo trovate carino e si abbina bene al resto del vostro look, ricordatevi che potreste mandare un messaggio ”non voluto”a qualcuno