Trama:Matteo ha dieci anni e nessun amico all’Asinara, dove suo padre è arrivato per dirigere la colonia penale agricola: è il 1960. A rompere la solitudine di Matteo arriva però Vincenzo, figlio di uno dei ponzesi a cui è concesso di trattenersi sull’isola per la stagione della pesca. Tra i due nasce un’amicizia fatta di esplorazioni avventurose e mappe del tesoro, ma tutto ciò non basta a redimere quell’isola di reclusione né a salvare Matteo dalla dissoluzione della famiglia. Dopo la morte di un detenuto, per dimostrarsi capace di mantenere ordine e disciplina, il padre di Matteo comincia infatti a dubitare delle proprie convinzioni riformatrici, che dovrebbero fare dell’Asinara un esempio di rieducazione e umanità. Ma da quel momento la situazione precipiterà sia all’interno della famiglia che nel penitenziario. Fino a produrre sviluppi imprevedibili e drammatici nel futuro di Matteo. Una storia di formazione, personale e collettiva, animata dall’energia dirompente che si sprigiona quando, nel tentativo di progredire, si finisce per sperimentare sulla propria pelle lo scontro tra apertura e chiusura.
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Recensione: Il penitenziario dell’Asinara è stato attivo dal 1885 al 1998. L’isola era organizzata a colonia penale agricola e Marco Dell’Omo prende spunto da ciò per tessere una storia fatta di rivolte, di pescatori, di reclusioni, amicizie e colpi di scena.
La vera protagonista è l’isola, sinonimo di isolamento, con le sue carceri, il mare cristallino, il vento. Fa da sfondo alla reclusione, alla distanza dalla civiltà. E’ un’Alcatraz italiana.
La maggior parte delle vicende accadono in un breve lasso di tempo, iniziando nel 2023, ma si snodano nell’ormai lontano 1960 con una rivolta ed un omicidio, per poi approdare con una sorpresa al 1979.
In quella terra immersa nel mare, tutto assume una tonalità forte, nulla è delicato. Le relazioni, i sentimenti, le vite sono significativi e spinti al limite.
Gli unici dotati di libertà sono Pietro Piscopio, direttore del carcere, sua moglie Arianna e suo figlio Matteo ed un gruppo di pescatori provenienti da Ponza. Una libertà fittizia, anche loro sono “prigionieri” dell’isola e delle dinamiche che si snodano pian piano.
Marco Dell’Omo riesce a creare un intreccio intrigante, partendo benissimo con l’incipit che richiama Anna Karenina e fa riferimento all’infelicità della famiglia Piscopio che speranzosa approda sull’isola, ma si troverà ad abbandonarla feriti e disuniti.
Il titolo fa riferimento a ciò che accade nelle ultime pagine: qualcosa di grave, di taciuto, di contrapposto.
Una lettura che consiglio sentitamente.
Marco Dell’Omo è nato all’Aquila nel 1958. Ha lavorato per molti anni all’Ansa come giornalista politico. Per la Rai ha scritto i docufilm Buonasera Presidente, Oriana Fallaci, il lato nascosto della luna e Storia di Nilde. È autore del libro I conquistatori del Gran Sasso (CDA & Vivalda, 2005).