Ritorna la Serie A, dopo la sosta per le Nazionali in cui, oltre che dalla convalescente Italia di Spalletti che sarà costretta a giocarsi il pass europeo contro l’Ucraina, l’attenzione del mondo del calcio è stata calamitata dall’ennesimo scandalo di cui non si avvertiva il bisogno, ovvero una nuova inchiesta su giri di scommesse in cui sono coinvolti nomi di giocatori importanti come lo juventino Fagioli, l’ex milanista Tonali e l’ex romanista Zaniolo.
Come sempre più spesso accade, comunque, anche questo bubbone sembra destinato a risolversi in una bolla di sapone: dopo la “difesa del brand” la nuova parola d’ordine è “ludopatia”, una malattia che quando colpisce i poveracci li lascia nei guai e pieni di debiti, ma che se interessa giovani viziati e strapagati deve indurre al pietismo e all’indulgenza, tanto è vero che per Fagioli il patteggiamento (ormai una specialità in casa bianconera) ha già portato all’accordo per una pena, 7 mesi, più ridicola che avvilente.
Il Napoli, comunque, guarda in casa propria, dove i problemi, già notevoli prima della sosta, sono addirittura aumentati: per l’ennesima volta, infatti, la Nigeria restituisce al club azzurro un Victor Osimhen indisponibile, stavolta a causa di una lesione al bicipite femorale destro che il centravanti lontano dal campo per almeno 6 partite.
Dati alla mano, le partite saltate da Osimhen in poco più di 3 anni sono quasi 50, a testimonianza di come la tenuta fisica sia il vero tallone di Achille di un attaccante con pochi eguali in Europa: bene ha fatto dunque il Napoli a mantenere in organico due “centravanti di scorta”, Simeone e Raspadori, che sono chiamati ora a non far rimpiangere Victor, come accaduto l’anno scorso con ottimi risultati quando l’ex attaccante del Lille si infortunò contro il Liverpool e rimase fuori più di un mese.
Per un Osimhen che si ferma, un Garcia che resta al suo posto: dopo una trattativa fin troppo sbandierata, e poi naufragata, con Antonio Conte, De Laurentiis ha infatti deciso di proseguire con il tecnico francese, provando a ricucire il rapporto con la squadra anche attraverso una presenza a Castelvolturno diventata costante negli ultimi giorni.
Non sarà una partita semplice quella che attende i Campioni d’Italia alla ripresa: oggi pomeriggio (ore 15) il Napoli sarà impegnato infatti al “Bentegodi” di Verona contro i gialloblù di Mister Baroni, che da giocatore azzurro firmò l’1-0 contro la Lazio che regalò la certezza del secondo tricolore ai partenopei 33 anni fa.
Osimhen non sarà purtroppo l’unico giocatore indisponibile per Garcia, che dovrà fare a meno anche di Anguissa, infortunatosi con la Fiorentina, e Juan Jesus, che ha subito una ricaduta sulla via del recupero dal problema accusato dopo il match con il Braga.
Ha invece recuperato Rrahmani, che dovrebbe giocare titolare con Ostigaard e Natan in ballottaggio per l’altro posto al centro della difesa; Mario Rui sembra in vantaggio su Olivera, rientrato solo giovedì dall’Uruguay, mentre a centrocampo Cajuste sembra farsi preferire a Elmas.
In attacco, al posto di Osimhen, dovrebbe trovare spazio il Cholito Simeone, con Kvaratskhelia e Politano ai suoi lati, e Raspadori pronto a subentrare insieme a Lindstrom.
E’ molto equilibrato il bilancio delle 30 sfide giocate in Veneto in Serie A, a testimonianza di come Verona sia campo storicamente ostico per gli azzurri: 12 i successi del Napoli contro gli 11 degli scaligeri, con soli 7 pareggi.
E’ proprio il segno “X” quello che manca da più tempo, ben 35 anni: il 24 Aprile 1988 Galia rispose a Maradona, riducendo a un solo punto il vantaggio del Napoli Campione in carica sul Milan di Sacchi, che avrebbe purtroppo messo la freccia nello scontro diretto della settimana successiva.
L’ultima vittoria del Verona risale al 24 Gennaio 2021: il gol lampo di Lozano illuse gli uomini di Gattuso, travolti poi dalle reti di Dimarco, Barak e Zaccagni al culmine del periodo più difficile del tecnico calabrese sulla panchina azzurra.
Il successo più recente del Napoli risale alla scorsa stagione: il 15 Agosto 2022 finì 5-2 con le reti di Kvaratskhelia, Osimhen, Zielinski, Lobotka e Politano, nel primo passo di quella che si rivelerà una cavalcata trionfale verso lo scudetto.
La speranza è che anche stavolta, Verona rappresenti un nuovo punto di partenza verso una risalita difficile, ma ancora possibile.