Recensione di Notte Infinita – Volume 1: La miniserie a fumetti sul Mostro di Firenze
Zen Comics lancia una nuova e coraggiosa miniserie che esplora uno dei casi criminali più inquietanti e misteriosi della storia italiana: il Mostro di Firenze. Notte Infinita, il primo volume di questa serie, si immerge nel sanguinoso mistero che ha devastato le campagne fiorentine dal 1968 al 1985, dando vita a un racconto che non solo ripercorre i fatti, ma cerca di penetrarne la psicologia e il contesto culturale. Il volume 1 segna l’inizio di una serie che, attraverso un mix di scrittura avvincente e disegni evocativi, promette di svelare le molteplici sfaccettature di una vicenda ancora avvolta nell’ombra.
Il Mostro di Firenze è il soprannome attribuito all’autore o agli autori di una serie di omicidi che hanno scosso profondamente l’Italia. Tra il 1968 e il 1985, l’assassino o gli assassini uccisero brutalmente diverse coppie di innamorati, dando vita a un vero e proprio mistero che rimane irrisolto, nonostante le condanne definitive del 1999 contro Mario Vanni e Giancarlo Lotti, accusati di essere solo la manovalanza di un’organizzazione più ampia e misteriosa. Le indagini non sono mai riuscite a chiarire con certezza l’identità del colpevole, e nonostante le condanne, molti dubbi e ipotesi continuano a circolare, alimentando il dibattito pubblico. È in questo contesto di incertezza e angoscia che Notte Infinita si inserisce, cercando di restituire una narrazione che non si limita ai fatti, ma cerca di indagare l’oscurità che li circonda.
Scritto da Gianluca Testaverde (già noto per le sue opere come BrainStorming e Black Salvation), il fumetto riesce a tessere una trama intensa che non solo racconta gli eventi, ma li fa immergere in un’atmosfera di sospensione e terrore. Il primo volume si concentra sul delitto avvenuto nel 1968, che ha visto vittime Barbara Locci e Antonio Lo Bianco. Questo delitto funge da introduzione per gli accadimenti successivi, gettando le basi per una riflessione più ampia sulla figura del “mostro”, le sue motivazioni e il contesto storico e sociale in cui è emerso. La narrazione si articola, infatti, in modo da non limitarsi alla mera cronaca, ma di esplorare le emozioni e la psicologia dei protagonisti, portando alla luce le paure collettive che questi crimini hanno suscitato.
La scelta di intitolare la miniserie Notte Infinita è particolarmente significativa, in quanto rimanda a una lettera inviata nel 1985 al quotidiano La Nazione, nella quale l’autore degli omicidi affermava con inquietante serenità che “la notte non finisce mai”. Questa frase si carica di un simbolismo potente, poiché la notte diventa una metafora della presenza costante e minacciosa del Mostro, ma anche del mistero che avvolge la vicenda. Non è un caso che l’autore del fumetto abbia scelto questo titolo: esso incarna perfettamente l’essenza della storia, che sembra essere intrappolata in un ciclo interminabile di violenza e paura.
Dal punto di vista grafico, la miniserie presenta una qualità visiva straordinaria. Il lavoro di Francesco Canterelli, sebbene al suo esordio, è un’ottima combinazione di realismo e suggestione, riuscendo a tradurre visivamente l’intensità e la crudezza dei crimini. Le sue tavole riescono a cogliere la tensione palpabile che caratterizza ogni scena, alternando momenti di suspense a veri e propri colpi di scena. Alessio Monaco e Mario Schiano, già noti per altre opere, arricchiscono l’albo con uno stile che si adatta perfettamente al tono cupo e noir della vicenda. La copertina, curata da Schiano, è particolarmente efficace nel catturare l’attenzione del lettore, con un’illustrazione che si fa portavoce del terrore e del mistero che aleggia sulla storia.
Il fumetto non si limita a raccontare i fatti come se fossero solo numeri e cronache di sangue; piuttosto, cerca di analizzare le personalità coinvolte, sia quelle delle vittime che quelle degli investigatori, e soprattutto quella del “mostro”, la cui figura resta ambiguamente nascosta dietro la trama. La narrazione procede per pezzi, come un puzzle che si svela lentamente, e mentre il primo volume si concentra su uno degli omicidi, si avverte già la promessa che i volumi successivi approfondiranno la psicologia del killer e i suoi misteriosi legami con la cultura popolare e la società dell’epoca.
Notte Infinita si distingue anche per la sua capacità di non limitarsi a una semplice ricostruzione storica. Testaverde esplora le paure collettive che il Mostro ha suscitato e l’impatto che gli omicidi hanno avuto sulla società italiana dell’epoca. La serie si confronta con il lato più oscuro della psicologia umana, sollevando interrogativi sulle motivazioni che possono spingere un uomo (o più uomini) a compiere atti così orribili, e sul come un crimine possa cambiare non solo la vita delle vittime, ma anche l’immaginario collettivo di un’intera nazione.
La trama di Notte Infinita si arricchisce progressivamente di dettagli e connessioni, promettendo al lettore un’esperienza complessa e stratificata. Ogni volume, infatti, non si limita a raccontare una sequenza di eventi, ma analizza anche le motivazioni più profonde, le dinamiche sociali e culturali che possono aver influenzato gli atti del Mostro e, soprattutto, come questi abbiano influito sul cambiamento delle abitudini e delle paure della società italiana.
In conclusione, Notte Infinita si presenta come una miniserie avvincente che combina il fascino del true crime con la potenza evocativa del fumetto. Il primo volume è un inizio promettente, che riesce a catturare il lettore e a immergerlo in una storia che non solo indaga i fatti, ma tenta di esplorarne le molteplici sfaccettature. Con un mix di scrittura intensa e disegni evocativi, la serie ha tutte le carte in regola per diventare un must-read per gli appassionati di crime, noir e fumetti, e per chiunque sia affascinato dalle storie di omicidi irrisolti e misteri oscuri. La notte, infatti, potrebbe non finire mai, ma questo fumetto ha il potere di illuminare almeno una parte di essa.