Con un pizzico di nostalgia che ci addentriamo in un nuovo capitolo dell’iconica serie “Operation Wolf”. Da quando questo sparatutto in prima persona ha fatto la sua comparsa per la prima volta nelle sale giochi nel 1987, ha catturato l’immaginazione di generazioni di videogiocatori con la sua azione frenetica e il coinvolgimento senza pari grazie alla pistola light gun.
Oggi, ci troviamo di fronte a “Operation Wolf Returns: First Mission”, l’ultimo capitolo della serie sviluppato per diversi sistemi inclusa la PlayStation 5.
Se avete già tra le mani la versione VR del gioco, potrete comodamente accedere senza costi aggiuntivi alla versione non VR e viceversa. Inoltre potrete godervi appieno entrambe le esperienze di gioco con un’unica acquisizione. Questo significa che avrete la flessibilità di immergervi nel mondo di gioco che preferite senza dover effettuare ulteriori acquisti.
Con l’evoluzione delle tecnologie di gioco, ci chiediamo se questo titolo sia in grado di catturare il fascino e l’energia del suo predecessore arcade, mantenendo al tempo stesso l’entusiasmo dei fan storici e catturando l’attenzione dei nuovi giocatori.
In questa recensione, esploreremo ogni aspetto di “Operation Wolf Returns: First Mission”. Dalla grafica all’audio fino all’esperienza di gioco rivisitata, scopriremo se questo titolo riesce a mantenere viva la tradizione dell’azione militare adrenalinica che ha reso famosa la serie. Inoltre, esamineremo come sfrutta le caratteristiche uniche della PlayStation 5 per offrire una nuova prospettiva su questa avventura classica.
Preparate le vostre pistole light gun virtuali, perché “Operation Wolf Returns: First Mission” promette di portarci in una nuova e spettacolare missione dietro le linee nemiche. Sarà in grado di replicare la magia dell’originale e riacquistare il suo status di leggenda dei giochi d’azione? Scopriamolo insieme in questa recensione dettagliata.
“Operation Wolf” fa il suo ritorno sulle console con un nuovo sparatutto su rotaie che porta le idee del gioco originale anche nell’ambito della realtà virtuale.
La Storia
Per coloro che non conoscono il gioco originale, “Operation Wolf” ha debuttato nelle sale giochi 35 anni fa, sviluppato da Taito. Era uno sparatutto arcade su rotaie che richiamava i film d’azione di Arnold Schwarzenegger e Sylvester Stallone, con un singolo soldato che affrontava interi eserciti. Non era un gioco complesso, ma si limitava a sparare a tutto ciò che si muoveva, raccogliere munizioni e razzi, e soprattutto evitare di colpire civili innocenti.
Il gioco è precedentemente uscito per per PS VR2, Meta Quest 2 e Steam VR con il titolo “Operation Wolf Returns: First Mission VR” , vediamo che questa formula è stata mantenuta, seppur con alcune modifiche. Anche la versione originale è stata portata su nuove piattaforme portatili. Tuttavia, le idee fondamentali del “Operation Wolf” originale sono presenti, ma non sempre sono state implementate in modo brillante o divertente. Ma procediamo con ordine.
La Trama
La trama di “Operation Wolf Returns” è piuttosto semplice, come spesso accade in questo genere. Il giocatore assume il ruolo di un sergente incaricato di abbattere Viper, il leader di una rete terroristica. La storia si svolge attraverso brevi sequenze introduttive all’inizio e alla fine di ogni livello, ma queste somigliano più a pagine di un fumetto con leggere animazioni che a veri video. La trama in sé non offre molto, e lo stile visivo di queste sequenze è abbastanza semplice, lontano dall’estetica pixelata dell’originale “Operation Wolf,” optando invece per un approccio più cartoon. In breve, non ci sono grandi sorprese in queste sequenze.
Gameplay e Altro
In termini di gameplay, “Operation Wolf Returns” offre sei livelli, ognuno suddiviso in tre atti o fasi. I primi due atti possono essere sezioni a piedi o su veicoli con spostamento laterale, seguendo il modello del gioco del 1987. Tuttavia, il progresso è automatico, il che significa che il giocatore non controlla direttamente l’avanzamento. L’atto finale di ciascun livello solitamente presenta un boss, un duello contro un nemico speciale o un’arma da guerra gigante, aggiungendo un tocco di fantasia rispetto all’originale “Operation Wolf.”
Come tipico di uno sparatutto arcade su rotaie, il giocatore mira e spara oltre a compiere altre azioni come ricaricare le armi. Le munizioni sono limitate, quindi la gestione delle armi è essenziale, e i giocatori devono raccogliere icone delle armi dai nemici abbattuti per rifornire le riserve.
Una novità di “Operation Wolf Returns ” è la presenza costante di quattro armi (l’uzi, il fucile, il fucile da cecchino e la pistola), che possono essere selezionate in qualsiasi momento con la levetta sinistra. Ciascuna arma ha un’utilità specifica in situazioni diverse.
Dal punto di vista visivo, “Operation Wolf Returns” manca del fascino dell’originale e presenta un’estetica generica. Alcuni dettagli grafici potrebbero risultare poco chiari, come una misteriosa nebbia gialla che copre lo schermo quando si indossa una corazza antiproiettile.
Conclusioni
In definitiva, “Operation Wolf Returns: First Mission” porta il classico “Operation Wolf” nell’epoca moderna, ma non sempre riesce a catturare la magia dell’originale. Mentre le idee di base sono presenti, alcune implementazioni potrebbero deludere i fan del gioco originale. La trama è semplice, e il comparto visivo manca del carattere distintivo dell’originale. Tuttavia, per chi cerca un’esperienza di sparatutto arcade su rotaie questo titolo offre un divertimento solido e un tutorial utile per i neofiti del genere. Se sei un fan dell’originale e sei pronto a vedere un ritorno in chiave moderna, potresti trovare qualcosa da apprezzare in “Operation Wolf Returns: First Mission