Spesso, ma non sempre, la semplicità narrativa di una storia corrisponde anche alla sua forza ed efficacia. Il cliché, cioè quell’elemento di un discorso che si ripete più volte all’interno di un testo o, per esempio, di un genere narrativo, è l’esempio perfetto di un dispositivo narrativo collaudato, spesso molto semplice, che giustifica e rende “credibili” alcune scelte dell’autore. E dalla sua nascita, fino ai nostri giorni, in 80 anni di storie a fumetti, innumerevoli adattamenti televisivi, animati e cinematografici, l’universo del genere supereroistico è stato edificato e si sostiene su fondamenta di cliché.
Seppure siano davvero tanti, abbiamo deciso di dedicare questa Top 5 a quelli che secondo noi sono i più comuni cliché sui Supereroi:
5) Giovane Sideckick
Sono diversi i supereroi che fanno affidamento su una giovane spalla, in particolare nell’universo della DC comics: primo tra tutti Robin, che ha avuto diversi alter ego nel corso della storia editoriale del suo compagno Batman. Ma vale la pena ricordare Bucky Burnes, che spesso ha assistito Capitan America nelle sue crociate, oppure Wally West, sidekick di Flash. L’origine della popolarità dei Sidekick all’interno delle storie supereroistiche deriva principalmente dal fatto che gli editori dell’epoca ritennero che un personaggio più giovane al fianco di un Supereroe adulto avrebbe aumentato l’effetto di immedesimazione del pubblico che ai tempi veniva considerato il target di riferimento per i comics: i ragazzini.
4) Morte e …Resurrezione
Questo cliché è forse uno degli stratagemmi narrativi più controversi e dibattuti dagli amanti dei Comics. Alcuni odiano vedere il proprio eroe cadere in battaglia o essere assassinato, magari perché troppo affezionati al personaggio. Altri invece amano vedere il proprio beniamino esalare l’ultimo respiro per poi (inevitabilmente) tornare in vita, come nel più epico dei racconti. Opinioni a parte, è un dato di fatto che queste storie attirino particolarmente i lettori (basti pensare che il numero 75 di Superman, dove era stato preannunciato che sarebbe morto, ha venduto ben 6 milioni di copie), incuriositi principalmente dal modo in cui avviene la morte dell’eroe. E proprio per questo che nel corso degli anni abbiamo assistito a numerose dipartite (quasi sempre seguite da resurrezioni) di alcuni dei più amati e famosi personaggi di questo genere (ne abbiamo fatto una Top 5 che potete trovare Qui).
3) Identità segreta da proteggere
L’idea che sta dietro a questo cliché deriva dall’idea che risulta più facile combattere il crimine indossando una maschera, nascondendo la propria vera identità, evitando così di mettere in pericolo i proprio cari, ad esempio. Sono quindi tantissimi gli eroi che preferiscono non attirare l’attenzione della società su di sé, e soprattutto evitare la possibile vendetta trasversale del Villain di turno. Ed è così che il costume indossato da Daredevil, ad esempio, rappresenta più di una semplice veste: esso preserva e protegge un vero e proprio punto debole. Risulta evidente il potenziale di questo dispositivo narrativo, più volte sfruttato dai comic book writers per creare storie ricche di suspance e tensione (ricordiamo ad esempio Rinascita del sopracitato Daredevil, scritta da Frank Miller, che rappresenta un perfetto esempio di un villain che colpisce personalmente l’alter-ego di un eroe).
2) Genitori morti o assenti
Questa elemento è comune al background di protagonisti delle più disparate opere fictional. Ma nell’ambito del fumetto americano, nel nostro caso quello supereroistico, si può notare come è più facile trovare un eroe SENZA genitori che CON i propri cari ancora in vita (o presenti nella vita del protagonista). E’ naturale che pensando a questo cliché personaggi come Batman o Spiderman, ad esempio, ci vengono in mente immediatamente: la prematura morte dei genitori è ciò che motiva questi personaggi ad intraprendere la vita da eroi. Oltre ad avere una funzione motivazionale per il protagonista, l’assenza dei genitori è molto conveniente da un punto di vista narrativo perché, in caso contrario, potrebbero rappresentare un freno per le imprese dei nostri eroi.
1) Acquisizione di superpoteri tramite un incidente
Quante origin story conosciamo che contengono questo elemento al proprio interno? Che un giovane studente venga morso da un ragno radioattivo, o che un bambino venga colpito sul volto da dei residui industriali, sono molteplici gli incidenti che donano i superpoteri e che caratterizzano i personaggi delle nostre storie preferite. Spesso è il destino che decide il futuro di questi giovani, battezzandoli con abilità superumane che inevitabilmente condurranno a qualcosa di più grande di loro. Perché si sa, da grandi poteri derivano grandi responsabilità.