Distrubuita esclusivamente da Netflix, la serie tv animata statunitense sarà disponibile a partire dal 17 agosto 2018.
Dai trailer si evince la volontà dell’arcinoto fumettista di esplorare l’unica dimensione temporale ancora non toccata dai suoi lavori, cioè un epoca fantasy che richiama il medioevo – età tardo antica. Non certo un’idea tra annoverare tra le più originali, ma dalla varie anteprime e dalle conferenze è uscito fuori che il punto chiave – nonchè di brillante lucidità artistica – saranno i personaggi.
Ci aspettiamo infatti di venir assorbiti dal reame di Dreamland, dove subito conosciamo il Re Zøg che è incasinato a causa di sua figlia, Bean, protagonista della serie. La caratterizzazione è difficile delinearla, dato che possiamo parlare davvero di poco, ma il personaggio finora racconta una spregiudicata anarchia nei confronti delle eccessivamente manieristiche regole a cui erano tutti sottoposti, specie i membri della famiglia reale. La giovane avventuriera scappa di casa cercando di evitare un matrimonio forzato – come era costume di quell’epoca, in particolar modo quando c’era di mezzo la politica – e incontra gli altri due personaggi principali. Elfo – un elfo – e Luci, il suo piccolo demone personale che le consiglierà paradossalmente sempre la via più impervia e illogica.
Groeing si è sempre distinto per la propria lungimiranza e per la capacità di cogliere i drammi più acuti della realtà contemporanea; allora il dubbio dei fan è lecito. Insomma, come riuscirà il grandissimo fumettista a riempire di satira e stravolgere una realtà cristallizzata come quella medioevale senza cadere nel trash americanastro?
La risposta non la possiamo conoscere ancora ovviamente, ma si può fare una supposizione a partire dai suoi precedenti capolavori.
I simpson raccontano di una famiglia in cui ogni membro è stereotipato al massimo, ed è stato al passo con i tempi fino a trovare un po’ di fatica con le ultime stagione. La satira e la critica venivano inserite in momenti e importanti per la trama e in momenti secondari, segendo la struttura caotica e talvolta demenziale della serie.
Futurama invece prende questi stessi elementi stereotipati e li amplifica mediante una trasposizione nel futuro, facendoli sembrare assurdi. Ma nel momento in cui qualcuno vede una propria pessima abitudine compresa così a fondo e dipinta in maniera estrema come può essere una trasposizione futuristica, allora qualche domanda se la pone. Allora Groening è di nuovo riuscito nel suo intento.
Nell’epoca a noi contemporanea, viene scelta l’epoca medioevale perchè nell’immaginario comune il medioevo appare come un luogo storico tremendamente carico di obiezioni di coscienza, proibizionismo, chiusura mentale e paura illogica per un’incombente fine del mondo. Allora Groening forse vuole proprio farci capire quanto alcuni tratti caratteristici della nostra realtà siano vicini a quelli di un’era che – erroneamente comunque – viene definita quella del buio, dove la ragione veniva sotterrata sotto il ferro dei badili dell’ignoranza.