Nelle sale dello Spazio Martucci 56, a Napoli, è allestita la mostra personale di Rosario Mazzella, “Da Don Pedro a me”, fino al 18 gennaio, curata da Simona Pasquali. Mazzella è un artista ed ex docente di discipline pittoriche presso l’Istituto d’Arte “Filippo Palizzi” di Napoli. Una delle principali caratteristiche del Professore è quella di aver instaurato con i suoi studenti un rapporto diretto, puro e sincero, basato sulla dialettica, di argomentare con logica serrata, in modo particolarmente abile e persuasivo qualsiasi tematica, attraverso un confronto costante, interessante e produttivo. E’ una figura poliedrica, insegnante, pittore e poeta, una fonte inesauribile di idee; una sensibilità e creatività artistica che trovano fondamento e terreno fertile nella sua pittura, tra il figurativo e l’informale, tra il cromatismo e i tratti grafici. Il titolo della mostra, “Da Don Pedro a me”, indica l’arco cronologico che va dal viceré Pedro Alvarez de Toledo y Zuniga nel settembre del 1532, che segnò una svolta fondamentale nella storia del Regno, con un riassetto politico-sociale e importanti mutamenti economici e urbanistici, con la costruzione degli alloggi delle truppe spagnole a Napoli, i cosiddetti “Quartieri spagnoli”, alla rielaborazione in epoca contemporanea di questo microcosmo. I dipinti di Mazzella sono l’esito di una lunga e attenta osservazione della realtà, delle strade, delle serrande, degli edifici, dell’illuminazione, delle persone e dell’atmosfera di questo quartiere. Opere caratterizzate da un certo virtuosismo stilistico ed estetico. Stemmi, architettura e toponomastica ricordano la presenza spagnola nella città partenopea.
“Da Don Pedro a me”- Rosario Mazzella.
E’ una visione che segue un duplice binario, romantica e razionale, emotiva e critica, in cui la scomparsa delle botteghe e delle saracinesche abbassate, sono simboli di una attività o di un fermento svanito, ma che assumono una nuova valenza. Immagini creative e frasi offensive coprono le superfici metalliche, esprimono sentimenti, umori, pensieri, speranze ed esortazioni. I cumuli di spazzatura diventano fonte di ispirazione per Mazzella che nella materialità dei rifiuti intravede la possibilità di creare e realizzare nuove forme, nuove composizioni, sia in pittura, sia in scultura. Garze, reti squarciate, collage, colori vivaci e segni, restituiscono al fruitore un mosaico visivo, generano diversi spunti di riflessione: sono gli elementi di un teatro dell’anima, in cui i fantasmi, (soldati), ci proiettano in una nuova dimensione.
“Fantasmi”- Rosario Mazzella.
Dai singoli dipinti emergono questi fantasmi, i soldati di Don Pedro, ospiti con le loro famiglie nel quartiere e custodi nella notte dei vicoli e delle piazze. Si assiste nelle sue opere ad una contaminazione fra antico e moderno, fra storia e attualità, in cui emerge una archeologia contemporanea, caratterizzata dalle sagome dei singoli condottieri e la voglia attuale di vivere in questo dedalo di strade strette, una ibridazione visibile in “Sentinella”, “Rievocazione di guerrieri”, “Gendarme”, “Gendarmeria spagnola”, “Fantasmi”, “Rievocazione degli spagnoli”, “Il re dei quartieri” e “Archeovicolo”. L’interesse per l’artista non è rivolto alla cronaca quotidiana, bensì all’atmosfera, ai fantasmi che vivono nelle strade e negli edifici, alle sentinelle spagnole armate di spade, scudi e corazze. Sono vicoli in cui si respira una atmosfera esoterica, magica e metafisica. Antichi e nuovi fantasmi dialogano, convivono e trovano “consistenza” nella materia. L’artista racconta e traduce visivamente ciò che vede e sente, con sensibilità e giudizio critico, utilizzando tele di iuta, libere dal telaio, che lui tiene sciolte mentre dipinge.
“Rievocazione degli spagnoli”- Rosario Mazzella.
Mazzella è un flaneur di “baudeleriana” memoria, un gentiluomo che vaga per le vie del quartiere, provando emozioni nell’osservare il paesaggio e l’architettura, riuscendo attraverso la sua produzione artistica a far emergere l’anima e la profonda umanità dei suoi abitanti. Consapevolezze che si riscontrano in una sua poesia:
“Da Don Pedro a me“.
“I quartieri sono suggestivi palazzi puntellati, i balconi si baciano.
La vita si svolge nei bassi.
La storia degli spagnoli è ancora presente.
Stemmi e architetture ricordano la loro presenza.
Come fantasmi diventano nella notte custode dei vicoli.
Le serrande dipinte sono note di colori realizzate dai giovani
che trasmettono la loro libertà con segni e scarabocchi.
Sono vicoli misteriosi, le ombre coinvolgono forme annegate
nell’aria cupa. Le pareti sono sepolcri con tanti scheletri nascosti,
coperti da lapidi e intonaci sbiaditi.
L’artista coglie queste memorie che diventano mete
letterarie e poetiche”.
Rosario Mazzella.
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