Mother Cosmos è un manga scritto e disegnato da Minoru Sugiyama senza ombra di dubbio il capolavoro di un artista contemporaneo particolarmente eclettico; uno dei mangaka più versatili della terra del Sol Levante. L’opera, pubblicata in Giappone nel 2005, arriva in questi giorni in Italia da Star Comics.
Mother Cosmos fa parte della collana Umami che è la nuova collana Star Comics dedicata ai manga di nicchia, collana che si sta arricchendo di nuovi titoli che per aspetti diversi riescono a portare il lettore all’interno di storie molto particolari e diverse dal solito.
Come anticipato l’autore dell’opera è Minoru Sugiyama nato a Tokyo nel 1973 dove si diploma alla prestigiosa Tama Art University nel 2000. È un mangaka particolarmente duttile che si muove tra il fumetto, lʼillustrazione, lʼanimazione, la scultura e le installazioni artistiche. Le sue principali fonti d’ispirazione oltre la cultura manga sono i romanzi di George Orwell e il cinema classico. Tra le sue opere a fumetti ricordiamo anche Girl Device e numerose strisce umoristiche.
Mother Cosmos è un’opera visionaria ambientata in un mondo distopico e surreale, il cui design ricorda il capolavoro del cinema espressionista Metropolis di Fritz Lang unito ad un’ estetica tipica dei manga basati sui mecha, il risultato è un’ opera di grande originalità ambientata in un contesto a tratti onirico dalla notevole potenza visiva.
In questo mondo futuristico spicca la figura degli scavatori, veri e propri avventurieri a caccia di cimeli. Un pò archeologi e un pò cacciatori di tesori, si muovono a cavallo di potenti robot dalle sembianze animali. Durante una missione alla ricerca di un’ amica scomparsa, il protagonista Satoru, insieme all’ amico Schop, si ritrova innanzi ad un gigante di ferro nel cui interno trova una misteriosa ragazzina che dice di essere Mother Cosmos, una misteriosa figura che il padre di Satoru ha cercato per anni.
Sin dalla copertina minuziosa e ricca di particolari si evince di trovarsi davanti ad un lavoro di qualità. Lo stile del manga è particolare, Il tratto è volutamente un po’ sporco e spartano, simile ai bozzetti di architetture di inizio XX° secolo; particolarmente riusciti gli sfondi. Non sempre all’altezza, invece, la caratterizzazione dei personaggi sia dal punto di vista grafico che caratteriale, dato che l’autore si dedica quasi esclusivamente alla figura di Satoru.
La trama si sviluppa attraverso capitoli brevi sempre più veloci privi di tempi morti, pieni di misteri e ricchi di avventure. Un opera da leggere tutta d’un fiato dove non sarà raro ammirare le tavole incantati dal tratto che tende al tecnico.