Ancestrale. Camaleontico. Marziano
Artista.
Visionario!
13 Ottobre 2019, Casa della Musica. Napoli
ll cantante romano Achille Lauro ha portato il suo spettacolo musicale Rolls Royce tour (permettetemi di definirlo spettacolo e non semplice concerto) finalmente anche a Napoli.
Quello a cui ho assistito non è una normale data di un tour di un qualunque cantante, ancora definito in modo assolutamente limitativo trap/hip hop, ma un‘opera teatrale con tutti i crismi.
Premesso, non conoscevo bene questo tipo di musica, forse sono un agée rispetto al suo pubblico o almeno così credevo, ma vedere la casa della musica gremita di persone, di tutte le età, mi ha fatto subito cambiare idea.
Alle 21:00 circa inizia lo show. Achille indossa un costume viola (alla faccia della superstizione!),simile a quello usato da Renato Zero agli inizi della sua carriera… “E’un omaggio a Renato!” ha detto lui in un’intervista.
Il marziano del pop è sceso sul pianeta terra e lo spettacolo è appena iniziato. Con lui c’è la sua band, in particolare il fidato producer e chitarrista Boss Doms, co-autore delle sue hit. Ospiti della serata Stash dei The Kolors e Alexia.
Achille intona con la sua voce impastata di verace romanità i suoi successi, pescando a piene mani dalla sua corposa discografia, (ha sette album all’attivo), dando però spazio al suo ultimo capolavoro dal titolo 1969, i fans rispondono a piena voce cantando con lui quasi sovrastandolo.
Al centro della scena c’è lui, Glam boy del pop rock italiano, Velvet Goldmine del nostro Belpaese. Mi ricorda un po Iggy “POOOP” (consentitemi questa licenza) per stile e gusto vintage. Achille è un performer fluido a cui credo stia stretta qualsiasi definizione.
Sembriamo parte della sua galassia pop, luci, fuochi d’artificio, costumi e le canzoni vengono velocemente macinate, C’est la vie, Rolls Royce (a mio parere non uno dei suoi migliori pezzi), Delinquente, Mamacita , Roma e Buvgari.
Dopo due ore e circa venti pezzi eseguiti l’astronave Achille Lauro è pronta a ripartire per nuove avventure pop, non prima di aver concesso un richiestissimo bis al suo pubblico partenopeo.
E poi addio verso nuovi mondi.
Definirlo un trapper è davvero riduttivo, credetemi.