Nella Chiesa del “Pio Monte della Misericordia”, in via dei Tribunali 253, a Napoli, è stata inaugurata con l’utilizzo di un light box, la performance dell’artista Pietro Pirelli, accompagnato dalla violoncellista Manuela Albano. E’ un omaggio al genio del Caravaggio e al suo capolavoro “Le Sette Opere della Misericordia”, custodito nell’omonima struttura. L’esito di questa installazione e dei lavori precedenti, si traduce in una mostra fotografica allestita nella incantevole “Villa di Donato”, in Piazza S. Eframo Vecchio, a Napoli, organizzata dall’istituzione culturale Art 1307 e curata da Cynthia Penna, dal titolo, “M’Illumino di Suono“, fino al 21 dicembre 2018.
Luce, acqua, pietra, metalli, suono e forma, sono questi elementi a dare lustro e notevole valenza alla produzione artistica di Pietro Pirelli, artefice di installazioni che coinvolgono attivamente il fruitore. E’ un approccio multidisciplinare, un dialogo visivo, emotivo ed uditivo, una perfetta contaminazione fra arte e scienza, fra individuo e tecnologia. Nell’attuale società caratterizzata da un’arte “informatizzata”, sempre di più digitalizzata, di un prodotto “finito”, esito di un processo creativo dettato da un algoritmo, Pirelli è, probabilmente, uno dei pochi che prende le distanze dalla “Computer Art”, per restituirci in maniera artigianale e scientifica allo stesso tempo, immagini di straordinaria bellezza, attraverso la meccanica classica, della causa ed effetto e, dell’azione e reazione. Acuto osservatore della realtà, della percezione sensoriale, egli realizza una serie di “Idrofoni”, in cui l’energia di un suono captato da un microfono si trasmette ad una superficie d’acqua, generando un moto ondoso. I fasci di luce che attraversano le onde, creano la “visione del suono”. Colpendo le superfici dello spazio, i raggi si materializzano in grandi proiezioni in continua evoluzione. Il suono modula l’acqua e quest’ultima, a sua volta, rifrange la luce. Il suono si riproduce sotto forma di luce nello spazio architettonico. Uno scatto fotografico immortala una singola immagine, unica e irripetibile.
Pirelli è un flaneur di “baudeleriana” memoria. Questo modus operandi è completamente innovativo e originale, l’atto creativo e le immagini finali sono generate dalla musica, un processo ascrivibile all’equazione suono/vibrazione + azione/forma= percezione/emozione, in cui l’artista dimostra di essere un pregevole “pittore”, direttore d’orchestra o regista. Acqua, luce e suono sono i colori della tavolozza, le pareti sono le “tele” su cui dipingere e su cui si proiettano le immagini. La gestualità di una pennellata coincide con l’intensità di una singola nota musicale emessa dal violoncello o da un altro strumento musicale. Osservando le fotografie “costruite” dal suono e dall’acqua, emerge una narrazione fluida e dinamica, in cui mancano coordinate spaziali e temporali. E’ un mondo introspettivo, legato intimamente alle emozioni dell’artista che proietta verso l’esterno i propri sentimenti, rendendoli “tattili” e visibili, nudi e puri. Il fruitore è coinvolto in questa esperienza immersiva e sensoriale, partecipa alla performance lasciandosi andare al flusso di vibrazioni generate dalla musica, dalla location e dalle immagini proiettate alle pareti o sulla cupola; è un microcosmo magico, incantato, reale ed onirico. Pirelli è il pioniere di un nuovo linguaggio artistico, unico ed inimitabile. Successivamente, nuovi modelli interpretativi entrano nel mondo dell’arte, avvicinandosi ai “criteri estetici” dell’artista lombardo. Sono princìpi lontani dalla sua “artigianalità”, sono progressi che seguiranno il mondo dell’informatica, si diffonderanno correnti come la Digital Art e la Ars Electronica. Un primo avvicinamento a questo nuovo concept visivo, è visibile nella sigla di apertura del programma televisivo di divulgazione culturale “Superquark”, sul finire degli anni Ottanta, in cui “Aria sulla quarta corda” di Johann Sebastian Bach “coinvolgeva” il fruitore acusticamente e visivamente verso paesaggi immaginari computerizzati.
Le sedi espositive scelte per la performance e la mostra, non sono casuali: la prerogativa del progetto è mettere in contatto la creatività di Pirelli con l’anima artistica e storica della città di Napoli. La scelta della chiesa del “Pio Monte della Misericordia”, di omaggiare e di instaurare un dialogo con l’opera di Caravaggio è innovativa e produttiva. L’eleganza musicale e lo stile aulico del violoncello di Manuela Albano stimolano e trascinano il fruitore in una doppia estasi paradisiaca, una correlazione visiva tra il dinamismo degli angeli del Caravaggio e le vibrazioni e le forme di Pirelli. Due artisti vissuti in epoche diverse, due precursori del linguaggio dell’arte, due “contemporanei” del proprio tempo.